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IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO” DIVENTA UN FILMCOMUNICATO STAMPA
OPG - OSPEDALI PSICHIATRICI GIUDIZIARI
“IL VIAGGIO DI MARCO CAVALLO” DIVENTA UN FILM
Nel film, selezionato nella sezione “Diritti e Rovesci” del Torino Film Festival, la battaglia per gli internati negli OPG che un anno fa è partita da Trieste
Esattamente a un anno di distanza, la battaglia di Marco Cavallo partito da Trieste, grazie al sostegno di numerose Istituzioni e con una medaglia del Presidente della Repubblica, e che ha attraversato l’Italia in un viaggio di oltre 4.000 km in 16 città italiane (tra le quali le 6 sedi di OPG oltre che Torino, Genova, Livorno, Palermo, L’Aquila, Roma, Firenze, Milano) per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l'apertura di Centri di Salute Mentale h24, è diventata un film “Il viaggio di Marco Cavallo”.
La pellicola, della durata di 50 minuti, è stata selezionata al Torino Film Festival per la sezione “Diritti e Rovesci” dove sarà presentata, fuori concorso, in anteprima nazionale lunedì 24 novembre ore 17.30 (Cinema Massimo 2). La proiezione sarà introdotta da Paolo Virzì e da Emanuela Martini, direttore da quest’anno del Festival. Al termine della proiezione il dibattito con il pubblico. La proiezione andrà in replica martedì 25 novembre alle ore 12.30 al Cinema Reposi 5 di Torino.
Il film, prodotto dalle Edizioni alphabeta Verlag di Merano - già editore della ormai nota Collana 180 - Archivio critico della salute mentale vede alla regia due professionisti: la triestina Erika Rossi, autrice e regista di documentari a carattere sociale tra i quali “Trieste racconta Basaglia” (2012) vincitore del Trieste Film Festival e selezionato in diversi festival internazionali quali Roma, Napoli, Glasgow, Split e Buenos Aires e Giuseppe Tedeschi. La fotografia, invece, porta la firma di Daniel Mazza che documenta, tra i più recenti, “Piccola Patria” (2013) di Alessandro Rossetto, presentato alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e all’International Film Festival Rotterdam 2014. Al montaggio Beppe Leonetti, che ha firmato anche alcune opere di Nanni Moretti (“Il diario del Caimano”, “Diario di uno spettatore”, “L’ultimo campionato”, “Palombella rossa: intorno al film”).
“Il fatto che il film vada a Torino è fonte di grande soddisfazione e di entusiasmo per noi – dichiara Aldo Mazza, direttore delle Edizioni alphabeta Verlag. Con le immagini che abbiamo raccolto durante il viaggio, vorremmo raccontare questa straordinaria impresa. Durante il viaggio siamo stati accolti da centinaia di persone, abbiamo incontrato internati, numerosissimi studenti, operatori, volontari e cittadini che hanno manifestato con StopOPG il loro dissenso chiedendo la chiusura di queste strutture. In un Paese troppo a lungo disattento a queste questioni, il nostro intento è quello di dare voce e visibilità a tutte queste persone ed alle loro storie. La scelta di produrre questo film sta a segnalare il nostro impegno civile di editori e si inserisce pertanto in un percorso avviato dal 2010 dalla nostra casa editrice con la Collana 180, che muove i suoi primi passi proprio da Trieste per percorrere la vasta rete delle buone pratiche, incontrare la storia del cambiamento delle singole persone e raccontare le straordinarie imprese sociali che si sviluppano intorno alla questione psichiatrica”.
Il film narra la forza indomita di chi non si vuole arrendere davanti all’ingiustizia, con la potenza di un simbolo nato a Trieste quarant’anni fa, Marco Cavallo che continua a mettere a confronto un’anacronistica psichiatria e una vecchia giurisprudenza con l’esigenza di sguardi nuovi e di nuove norme, persone senza voce con persone che non sanno più ascoltare, vecchi e giovani psichiatri, salute e malattia, dentro e fuori. In mezzo a queste dualità ci sono gli internati degli OPG, ormai sotto il migliaio in Italia, relegati dietro quei grandi cancelli, dove sono puniti e curati con la più aberrante delle condanne, ovvero privati della libertà come tutti i comuni carcerati, ma diversamente da loro privati anche della speranza di un futuro.
Il film segue il percorso del viaggio attraverso l’osservazione diretta del reale: l’esperienza umana che si consuma attorno all’animale di cartapesta è il cuore del racconto. E’ Marco Cavallo a condurci: l’enorme scultura attraversa i cancelli dell’esclusione e con i suoi occhi lo spettatore potrà entrare nelle atmosfere di questi luoghi, dove lo spazio e il tempo si fermano, e la precarietà e l’insensatezza divengono vita reale. I suoni del carcere diventano elemento drammaturgico, colonna sonora della vita all’interno dei manicomi. Il cavallo è un messaggio di speranza: la sua imponente figura colora questi spazi di coraggio e nel film diviene metafora dell’incontro, ma anche delle contraddizioni tra il dentro e il fuori. All’esterno il cavallo è sempre in movimento, percorre chilometri in autostrada, vede piazze, vicoli, strade piene di gente curiosa. Dentro è fermo, solenne, in ascolto e in attesa di un segnale di cambiamento. Il montaggio, anche se cronologico, segue un andamento onirico, a volte irreale, dove lo spettatore è continuamente invitato a pensare, ricordare, capire.
A tenere le redini del cavallo Peppe dell’Acqua, Direttore della Collana 180 e membro del Comitato nazionale stopOPG che ha promosso il viaggio: “L’obiettivo del film è di far conoscere questa Storia e i risultati concreti raggiunti con il viaggio al maggior numero di persone possibili, cercando di contrastare la disinformazione e i luoghi comuni su una questione tra le più difficili da veicolare. Inoltre, il film continua la campagna avviata lo scorso novembre, soprattutto per vigilare e denunciare le inadempienze che già numerose rischiano di tradire il portato della recente legge approvata a maggio di quest’anno”.
Il lungometraggio su Marco Cavallo conferma l’interesse, negli ultimi anni, del cinema e della televisione, nei confronti della vicenda di Franco Basaglia e dell’abolizione dei manicomi nel nostro Paese. Una Storia che ha attraversato il mondo e che pone Trieste, come punto di riferimento in queste questioni.
Trieste, 11 novembre 2014
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INFO STAMPA
Ufficio stampa - Il viaggio di Marco Cavallo:
Studio Sandrinelli srl
Relazioni pubbliche e comunicazione
Barbara Candotti - candotti@studiosandrinelli.com - cell. +39 393 1968181
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HANNO COLLABORATO AL FILM
Erika Rossi (regista)
nata a Trieste nel 1974, dopo la laurea in Scienze della Comunicazione si specializza in Audiovisual Media Studies presso L’Alta Scuola di Comunicazione dell’Università Cattolica di Milano.
Dal 2004 lavora come autrice per Rai Tre e dal 2005 è autrice e regista di documentari a carattere sociale, come Porrajmos, a forza di essere vento (2004), Questioni di Pelle (2005) e Navighiamo a vista (2007). Dal 2005 collabora come filmaker con il Dipartimento di salute mentale di Trieste e nel 2012 dirige e produce Trieste racconta Basaglia, documentario sulla storia della rivoluzione basagliana, vincitore del Trieste Film Festival, selezionato in diversi festival internazionali (Roma, Napoli, Glasgow, Split e Buenos Aires).
Giuseppe Tedeschi (regista)
nato a Merano nel 1976. Nel 2007 si diploma in regia e sviluppo del progetto presso la scuola di cinema documentario internazionale e nuovi media Zelig. Regista di documentari “Eurotel” (2007 in concorso al Festival dei Popoli), “The small kingdom of Lo” (2010 selezionato in festival internazionali come Margaret Mead Film Festival New York, World Film Festival Estonia, Moscow International Visual Anthropology, premiato al Trento Film Festival). 2012 “Nuova architettura in Alto Adige” (curatore Flavio Albanese). Collabora come assistente alla regia in diversi film per il cinema (Pappi Corsicato “Il volto di un altra”, Luca Miniero “Un Boss in salotto”, Carlo Vanzina “Un matrimonio da favola”, Balthasar Kormakur “Everest”, Giacomo Battiato “Max and Helene”, aiuto regia per Alessandro Rossetto in “Piccola Patria”) e come fonico per il cinema documentario, trasmessi su emittenti televisivi europei (Rai Italia, Arte Francia, ZDF Germania, ORF Austria).
Daniel Mazza (fotografia)
nato a Merano nel 1980. Nel 2003 conclude gli studi in tecnico multimediale e si forma come tecnico audio alla scuola SAE – School of Audio Engineering di Berlino. Nel 2007 si diploma in fotografia e tecnica della ripresa e luci presso la scuola di cinema documentario internazionale Zelig di Bolzano. Come video operatore e fotografia documenta nel 2007 “Eurotel” di Giuseppe Tedeschi (Festival dei Popoli di Firenze). 2007 “Wie ich bin” di Ingrid Demez e Caroline Leitner, film documentario (Primo premio al Al Jazeera International Documentary Festival, primo premio Gegen Ausgrenzung al Sehsüchte Student Film Festival, Potsdam/Babelsberg, primo premio al XVIII “Message to Man” International Film Festival di San Pietroburgo). 2010 “The small Kingdom of Lo” di Tedeschi, Leitner, Mazza (2010 Margaret Mead film festival New York, World Film Festival Estonia, Moscow Internatio- nal Visual Anthropology, Trento film Festival). 2010 “Living without money” di Line Halvorsen. 2012 “Grenzland” di Ronny Trocker. 2013 “Piccola Patria” di Alessandro Rossetto (Presentato alla 70a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia e al International Film Festival Rotterdam 2014). 2014 Luis – Der Landeshauptmann (titolo provvisorio)) di Karl Prossliner, in lavorazione.
Beppe Leonetti (montaggio)
nato a Torino nel 1977 si è diplomato in montaggio presso il Centro Sperimentale di Cinematografia. Lavora come montatore e assistente al montaggio dal 2004. Ha firmato il montaggio di alcune opere di Nanni Moretti (“Il diario del Caimano”, “Diario di uno spettatore”, “L’ultimo campionato”, “Palombella rossa: intorno al film”). Tra i documentari e i cortometraggi cui ha lavorato: “Vomero Travel” di Guido Lombardi (prod. Indigo); “Ezio Tarantelli: La forza delle idee” di Monica Repetto (prod. Deriva film); “Falck: storia di uomini e fabbriche”, di Monica Repetto (prod. Deriva film); “L’ora d’amore” di Christian Carmosino e Andrea Appetito; “Qualcosa di sinistra” di Wolfgang Achtner (prod. GA&A). “Là-bas. Educazione criminale”, di Guido Lombardi (prod. Eskimo film, Figli del Bronx e Minerva Pictures), che ha montato nel 2011, ha vinto la Settimana della Critica e il premio Leone del Futuro alla 68° Mostra Cinematografica di Venezia e il Flash Forward Award al XVI Busan Film Festival. Nel 2011 ha fondato a Torino la Incandenza film. La sua prima produzione, il film “Nitro étude #1” di Pietro Balla, è stato in concorso nella sezione Italiana.corti del XXX Torino Film Festival.
Edizioni alphabeta Verlag (produttore)
È un editore di confine che opera da più di 25 anni in Alto Adige, con pubblicazioni di vario tipo in italiano e tedesco (narrativa, saggistica, materiali per l’apprendimento linguistico). Dal 2011 ha dato inizio alla “Collana 180 – Archivio storico della salute mentale” con l’obiettivo di promuovere, a mezzo secolo dall’avvio dei primi cambiamenti nelle grandi istituzioni manicomiali, una riflessione sui risultati raggiunti e sulle nuove problematicità. Nel novembre 2013 stato con stopOPG uno dei promotori del viaggio di Marco Cavallo.
Peppe Dell’Acqua (consulente scientifico)
Ha avuto la fortuna di iniziare a lavorare con Franco Basaglia fin dai primi giorni triestini. Ha diretto per più di 17 anni il DSM di Trieste. Ha svolto e organizzato consulenze scientifiche in Italia, in Europa e nelle Americhe tenendo conferenze, seminari, verifiche tecniche. Segue l’aspetto della comunicazione e della formazione, sia degli operatori che delle famiglie di persone con disturbo mentale. Tra i promotori del Forum Salute Mentale, insegna psichiatria sociale presso la Facoltà di Psicologia di Trieste. Ha pubblicato “Il folle gesto” (Edizioni Sapere 2000), “Fuori come va?” (Feltrinelli), “Non ho l’arma che uccide il leone” (Stampa Alternativa). Consulente scientifico della fiction RAI “C’era una volta la città dei matti”, oggi è Direttore della “Collana 180 – Archivio critico della salute Mentale” (Edizioni alphabeta Verlag). Per il suo impegno nel campo della deistituzionalizzazione ha ricevuto il Premio Nonino 2014.
Stop OPG
Nasce il 19 aprile 2011, con un Appello firmato da oltre 40 associazioni. L’iniziativa si propone non solo il superamento ma l’abolizione dell’OPG. In questi anni molto intenso è stato il confronto con le Istituzioni (Governo, Conferenza delle Regioni, Parlamento). Per una sensibilizzazione a livello nazionale sul problema degli OPG, stopOPG ha costituito i comitati regionali con la campagna “un Volto e un Nome: restituire storia, identità, cittadinanza”, e organizzato diverse iniziative di mobilitazione. Una delle più significative per chiudere gli OPG e aprire i CSM h 24 è stata il “Viaggio di Marco Cavallo” (maggio-dicembre 2013).
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