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I MANICOMI GIUDIZIARI? SONO LAGER DIMENTICATI di Umberto Veronesidi Umberto Veronesi I MANICOMI GIUDIZIARI? SONO LAGER DIMENTICATI Venticinque associazioni hanno lanciato una campagna per la chiusura degli Quando l’anno scorso la Commissione d’inchiesta del Senato, presieduta da Ignazio Marino, rese nota l’indagine effettuata nei sei ospedali psichiatrici giudiziari, fu un vero choc: malati nudi legati al letto e lasciati tra gli escrementi, pochissime cure mediche, grande uso dei farmaci neurolettici che hanno in pratica sostituito la camicia di forza. Sui circa 1.300 ricoverati tenuti in queste condizioni disumane, più di un quarto avrebbe potuto essere dimesso subito, perché costoro avevano scontato la pena ed erano stati giudicati «non più socialmente pericolosi». E invece sono ancora lì, e tutti gli altri non progrediscono verso un recupero, ma affondano nella degradazione. Le dimissioni continuano a essere spostate arbitrariamente, tanto che si parlò, giustamente, di “ergastoli bianchi”. Ebbene, io credo proprio che sia arrivato il momento di dire basta, e spero che la mobilitazione in corso (alle 25 Associazioni coinvolte continuano ad aggiungersene altre) sia il segno che l’opinione pubblica si è risvegliata, e non è più disposta a tollerare ritardi e giustificazioni. Di giustificazioni non ce ne sono. È del 2008 un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri che prevedeva il trasferimento degli ospedali giudiziari dal ministero della Giustizia a quello della Salute, richiesta che avevo già avanzato io stesso nel 2001, quando ero ministro. |
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