Comitato regionale StopOPG Veneto: il report dell’incontro con rappresentanti della Regione Veneto
Incontro in Regione, con il dr. Lorenzo Rampazzo, delegato dall'assessore Coletto Alla nostra richiesta di aggiornamenti sulle azioni regionali, già attuate e prossime, in relazione all'utilizzo dei finanziamenti 2012 e 2013, ci vengono illustrati tre diversi fronti di intervento:
- nel 2011 sono state dimesse dall'Opg di Reggio Emilia 44 persone provenienti dalla nostra Regione e, nel 2012, 23; nonostante queste dimissioni (che hanno comportato l'accoglimento da parte dei Dsm con progetti adeguati, monitorati dalla Regione) il numero complessivo degli internati resta immutato. Secondo il dr. Rampazzo questo dato è dovuto ai nuovi ingressi che, in base a questa lettura, andrebbero immediatamente a compensare le uscite.
Abbiamo l'impressione che questi dati continuino ad essere troppo vaghi e indecifrabili anche per indicare una reale apertura da parte dei Dsm per le prese in carico. Ci si chiede infatti se i Dsm siano costretti ad intervenire a valle dei processi che conducono agli internamenti oppure se strategie più strutturali che prevedano una collaborazione organica con i giudici e i magistrati di sorveglianza non possa a monte evitare che sempre nuovi internamenti abbiano avvio
- E' già stata realizzata ed inaugurata a Legnago (Ronco all'Adige) una struttura intermedia, con 18 posti letti di cui attualmente 6 occupati. Realizzata grazie alla collaborazione tra il direttore del Dsm dell'Ulss 21 , dr.Maniscalco insieme al privato sociale, in particolare con l'Associazione don Giuseppe Girelli, la Casa di S. Giuseppe è ad oggi un progetto sperimentale su cui la Regione sta avviando l'accreditamento avendo come parametri quelli previsti per le C A previste dal progetto obiettivo regionale (cfr. delibera 16 /16/ 2008 e delibera del dicembre del 2010). Il dr. Rampazzo ci invita a visitare la struttura informandoci del fatto che il dr. Maniscalco sarebbe pienamente disponibile ad accompagnarci.
- Per quanto concerne la struttura ad alta protezione, già nel 2011 la Regione aveva avviato un confronto con l'Amministrazione Penitenziaria per definire i termini e i criteri della sua costruzione. Tale confronto è venuto meno perché non più previsto.
Con il nuovo dm del 7/2/2013, entro 60 giorni le regioni ( ci tiene a precisare che 17 su 21 lo faranno e tra queste lo stesso Friuli Venezia Giulia) presenteranno i progetti per la realizzazione di queste strutture regionali che tuttavia non verranno ultimate prevedibilmente prima di due anni. Questo rende auspicabile, secondo il dr. Rampazzo, una proroga della chiusura degli Opg a marzo 2015 , secondo una valutazione tecnica interregionale. la Regione Veneto ha ultimato un progetto per la costruzione di un mini Opg già a settembre dello scorso anno, anche se la sua dislocazione sarà decisa nei prossimi giorni a seguito di una valutazione politica tutt'ora in corso. In ogni caso la struttura, che sarà collocata in un luogo accessibile dai mezzi pubblici e prossimo a un Spdc, ovvero ad un Ospedale Civile, e circondata da mura perimetrali gestite dall'amministrazione penitenziaria, sarà di proprietà di una Ulss, e consterà di due moduli, entrambi di 20 posti letto, differenziati in base alla gravità dei pazienti. Solo il modulo per i più lievi, disporrà di un centro diurno con attività riabilitative, mentre il primo modulo si occuperà della cura in senso stretto. Non si sa a chi spetterà la scelta di assegnare all'uno o all'altro “reparto”le persone che verranno internate in questo luogo, ma in ogni caso è previsto che vi siano forse 5 o 6 posti in più per le “femmine” che si trovano attualmente a Castiglion delle Stiviere ma che probabilmente resteranno lì, al limite anche con un cogestione lombardo veneta dell'opg. Abbiamo sollecitato una riflessione affinché la scelta di optare per la costruzione di questa struttura venga rivisitata ma ci è stato detto che questo è quanto la legge prevede e che non spetta certo alla Regione legiferare diversamente. Anche per quanto riguarda i finanziamenti il dr. Rampazzo asserisce che contestualmente alla presentazione del progetto relativo al mini OpG, la Regione presenterà un piano particolareggiato per i rientri e le risorse necessarie al potenziamento dei Dsm. Questo secondo capitolo resta però molto più vago del primo e presumibilmente molto meno “interessante” per la Regione stessa. Quanto alla ricerca concordata nell’incontro precedente, attraverso una tesi di laurea finalizzata a rilevare le caratteristiche socioanagrafiche, cliniche e giudiziarie dei residenti veneti internati presso l’OPG di Reggio Emilia, a cura di G. Mosconi, effettuata dalla laureanda C. Del Vecchio, il dr Rampazzo conferma il pieno interesse del settore Sanità della Regione all’effettuazione di tale rilevazione, nonché il consenso di massima del direttore dell’OPG in questione a concedere l’autorizzazione alla rilevazione dei dati, previo ottenimento del nullaosta da parte del Dap. Senonché la pratica risulta inevasa, né è dato prevedere quando le autorizzazioni in questione verranno concesse; il che rischia di inficiare l’intero progetto.
Febbraio 2013
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