Approvato dal Senato, con due emendamenti, l’articolo 1 del Decreto Legge 24/2013 relativo agli OPG. Ora il provvedimento passa alla Camera.
Come temevamo, il testo approvato dall’Aula, purtroppo, non è identico a quello approvato in Commissione.
- In particolare, su iniziativa del Governo, è stata inserita una frase relativa al fatto che si prevedono “entro il 31 marzo 2014 le dimissioni per tutte le persone internate” ma precisando: “per le quali l'autorità giudiziaria abbia già escluso o escluda la sussistenza della pericolosità sociale”.
Siamo alle solite: come è noto, spesso i magistrati non dichiarano cessata la pericolosità sociale se non c’è “presa in carico” da parte dei servizi di salute mentale. Anche se poi è richiamato l’obbligo per le Asl della presa in carico, su questo punto non è stato fatto alcun vero passo in avanti.
- Tuttavia è rimasta la formulazione che impone alle regioni di presentare i Programmi per ottenere i finanziamenti (entro il 15 maggio 2013) “con l'obbligo per le ASL di presa in carico all'interno di progetti terapeutico - riabilitativi individuali che assicurino il diritto alle cure e al reinserimento sociale nonché di favorire l'esecuzione di misure di sicurezza alternative al ricovero in ospedale psichiatrico giudiziario o all'assegnazione a casa di cura e custodia.» (e ciò, stante la normativa, si riferisce quindi anche alle “nuove strutture” ex comma 2 articolo 3 ter legge 9/2012). Ed è su questa parte della legge che dobbiamo far “pressione” sulle Giunte regionali e, come Comitato nazionale, sul Governo che deve approvare i Programmi.
- E’ rimasto anche l’obbligo di una relazione al Parlamento, entro sei mesi, sullo “stato di attuazione dei programmi regionali, …, relativi al superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari e in particolare l'effettiva, totale, presa in carico dei malati da parte dei dipartimenti di salute mentale e del conseguente avvio dei programmi di cura e di reinserimento sociale."».
Confermiamo quanto abbiamo più volte affermato: il ritardo e quindi il decreto di rinvio sono dovuti all’inerzia di Governo e Regioni, e ad una legge sbagliata (la n. 9/2012) laddove prevede i “miniOPG” regionali, e applicata male nelle parti relative alle dimissioni "senza indugio" degli attuali internati.
Ribadiamo alcuni punti chiave (suggeriti anche per la formulazione di emendamenti): la misura alternativa all’internamento in OPG è la norma non il contrario, cessare le proroghe, invece delle nuove strutture si possono utilizzare quelle esistenti dei DSM, costituire subito un’Autorità anche con funzioni commissariali, prevedere sanzioni per le inadempienze, il personale delle strutture e dei servizi di salute mentale è adibito solo a funzioni assistenziali (non di custodia), i finanziamenti vanno assegnati ai DSM.
La nostra mobilitazione perciò continua.
A breve, alcune informazioni sui prossimi appuntamenti (Lucca 13 aprile, Firenze 19 aprile, Brescia – Castiglione delle Stiviere – Reggio Emilia 16, 17, 18 maggio).
Stefano Cecconi