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Marco Cavallo - Dicono di noi: giornali
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6 novembre ANSA Per chiusura Opg riparte il cavallo azzurro di Basaglia (di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 6 NOV - Chissà se Franco Basaglia aprendo con una panchina una breccia nel muro dell'ospedale psichiatrico di Trieste da lui diretto per far uscire Marco Cavallo, il gigantesco equino azzurro di cartapesta, immaginava che quel cavallo "mythos" 40 anni dopo sarebbe tornato a galoppare. Era il 25 febbraio 1973, Marco Cavallo portò nelle strade di Trieste la simbologia che univa matti e sani, non più divisi da un muro. Il 12 novembre prossimo da Trieste ripartirà in tour in Italia per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, evitare che siano sostituiti con "miniOpg" (manicomi regionali) e favorire l' apertura dei Centri di Salute mentale h24. Finita l'opera di risistemazione di garretti e criniera, in piazza Unità d'Italia Cavallo Azzurro (che fu realizzato dallo scrittore e drammaturgo Giuliano Scabia) riceverà dalla presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani un messaggio in linea con le idee dei promotori del viaggio (Comitato StopOpg e Alphabeta Verlag) e partirà per le città dove sono ancora aperti gli Opg (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere). Ma anche altre, tra le quali Roma. Nella capitale la delegazione di psichiatri e operatori che con Basaglia fecero la riforma, oggi canuti ma combattivi come allora, in Parlamento chiederanno che quella rivoluzione non faccia passi indietro. Il monito lo lancia dalla Provincia di Trieste dove è stato presentato il Viaggio, lo psichiatra Peppe Dell'Acqua, uno dei protagonisti dell'esperienza basagliana: "E' a rischio il grande e critico cambiamento realizzato da Franco Basaglia". E spiega: "Sono tanti che vogliono di nuovo tornare a separare i matti da un lato e i sani dall'altro. Nessuno lo dice, si tratta di una condotta portata avanti in modo subdolo, ma è questo ormai un radicato modo di fare politica sanitaria in Italia".Una condotta che si palesa nel "voler sostituire gli Opg con manicomi regionali". Vale a dire risollevare quei muri invece che avviare i reclusi lungo un percorso terapeutico di recupero. Dunque, se Marco Cavallo portò nel 1978 alla legge 180 con la chiusura dei manicomi, oggi torna in strada per chiedere il completamento di quell'esperienza, con tanto di testimonial. La legge (n.9 del 2012) prevede che, in base a una proroga, il 1 aprile 2014 vengano chiusi gli Opg e le Regioni si facciano carico dei malati inserendoli in progetti terapeutico- riabilitativi e favorendo misure di sicurezza alternative all' Opg, come previsto da sentenze della Corte Costituzionale. Alcune Regioni, però, hanno presentato programmi per l'apertura di strutture residenziali speciali, i cosiddetti "mini Opg". Inoltre, a causa di ritardi in alcune regioni, non è escluso che venga approvata una proroga nell' attuazione della norma. In questa situazione di indugio, c'è incertezza anche sul numero degli internati. "Non riusciamo ad avere dati pubblici - ha detto Stefano Cecconi, della Cgil e del Comitato StopOpg - Nell'ambito dei fondi ripartiti tra le Regioni si parla di 1.380 ma al Dap risultano 1.100 circa ad aprile scorso". Il capo del Dap, Tamburino, in Senato ha di recente riferito di 800 persone. (DO/ S41 QBXK)
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