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26 novembre 2013: si è concluso ieri “Il viaggio di Marco Cavallo nel mondo di fuori”.Il grande cavallo azzurro di cartapesta (alto quasi 4 metri) che nel 1973 a Trieste ruppe i muri del manicomio di San Giovanni dando il via all'inarrestabile processo di cambiamento e alla Legge 180. Marco Cavallo, diventato storia della libertà riconquistata dagli internati e della possibilità che le persone hanno di realizzare i propri desideri, è rientrato ieri a Trieste. Partito da qui il 12 novembre da Trieste, ha viaggiato in tutta Italia attraverso 10 Regioni: Friuli Venezia Giulia, Piemonte, Liguria, Toscana, Sicilia, Campania, Lazio, Abruzzo, Emilia Romagna e Lombardia. Ha fatto tappa nei sei manicomi giudiziari e in alcune delle sedi dei nuovi mini OPG. 16 le città che ha toccato in 13 giorni di viaggio per oltre 4.000 km. L’iniziativa, promossa dal Comitato stopOPG e dalle Edizioni alphabeta Verlag con la loro Collana 180 – Archivio critico della salute mentale, ha ricevuto anche la medaglia del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Tre chiari obiettivi nel messaggio di stopOPG: chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, dire no ai mini OPG o manicomi regionali e chiedere l'apertura di Centri di Salute Mentale h24. Ancora una volta Marco Cavallo ha aperto varchi nel muro del manicomio - oggi degli Opg – che è anche il muro della discriminazione, dei diritti e della dignità negati. Il muro che separa i "folli rei" dalla piena cittadinanza non e' ancora abbattuto: per farlo bisogna abolire le parti del codice penale che mantengono separati i destini dei "matti" da quelli dei "sani". Ma si sono aperti due varchi importanti. Il primo a livello istituzionale/nazionale con la possibilità, finalmente, per stopOPG di lavorare con senatrici, senatori e deputati del nostro Parlamento, per correggere la rotta sulla chiusura degli Opg, preferendo alle Rems (Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza ovvero mini OPG) Progetti Terapeutico Riabilitativi Individuali, con dimissioni e misure alternative alla detenzione (come peraltro già prevede la legge e due sentenze della Corte Costituzionale), cui dedicare i finanziamenti che la legge dispone. Non dimenticando che cio' vale sia per gli internati in Opg e sia per i detenuti in carcere. Il secondo varco è quello che si è aperto nei territori dove e' passato Marco Cavallo, facendo incontrare e mobilitare insieme, lavoratrici e lavoratori della salute mentale, cittadini-utenti, familiari, giovani studentesse e studenti, Sindaci e rappresentanti delle Amministrazioni locali. Tutti uniti per affermare che la piena cittadinanza per tutti vuol dire più servizi sociali e sanitari, lavoro, casa, relazioni umane, vera inclusione. Allora la psichiatria diventa un tassello per affermare la salute mentale, parte di un grande mosaico sociale che restituisce diritti e dignità ad ogni persona. Come dimostra la nota diffusa questo pomeriggio dall'Assessore alle Politiche Sociali del Comune di Milano, Pierfrancesco Majorino che, a seguito del confronto ospitato a Palazzo Reale per salutare Marco Cavallo ha dichiarato che: “La chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari (OPG) deve essere accompagnata da soluzioni rispettose della dignità e dei diritti delle persone. Per questo, anche da Milano, diciamo no ai cosiddetti mini-OPG, che ripropongono la logica dell’internamento. E chiediamo che vengano potenziati i Centri di salute mentale, nei quali sviluppare inclusione sociale, lavorativa e abitativa. Però il Governo deve mettere a disposizione le risorse adeguate, altrimenti tutto ricadrà sui territori che, ancora una volta, verrebbero lasciati soli ad affrontare i problemi in modo emergenziale”. Il prossimo giovedì 28 novembre il Comitato stopOpg farà un bilancio di questo “tour” con la Presidente della Camera Laura Boldrini, presentando le proposte per continuare la campagna per l'abolizione degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e per il diritto alla tutela della salute mentale. |
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