L'UNICA COSA DI CUI NON ABBIAMO BISOGNO
L'approvazione da parte della XII Commissione Parlamentare del Testo unificato dei vari DDL di riforma degli artt. 33, 34 e 35 della legge 833, noto come DDL Cicciòli, suscita in noi la più viva preoccupazione.
La riduzione delle garanzie procedurali e temporali per gli interventi sanitari senza consenso (TSO) e la possibilità di effettuare trattamenti di un anno senza consenso del paziente in strutture residenziali costituiscono un grave sbilanciamento nei rapporti tra il cittadino ammalato e le istituzioni, con evidenti rischi di abuso, uso improprio e uso custodiale di questi strumenti. Ciò non è affatto quello di cui si avverte il bisogno per migliorare la qualità dell'assistenza.
Oltre trent'anni di psichiatria territoriale hanno sviluppato un consenso rispetto al fatto che l'uso degli strumenti direttivi ed obbligatori di per sè non produce salute e può avere pesanti conseguenze in termini di allontanamento dai processi di cura, di passivizzazione e cronicizzazione. C'è semmai bisogno di proseguire nel percorso di informazione, coinvolgimento, negoziazione trasparente col paziente e con il suo contesto, tutti valori riportati anche nel Piano Attuativo Salute Mentale della nostra Regione. A tal fine guardiamo semmai con interesse ed aspettative alla piena realizzazione della normativa sull'Amministrazione di Sostegno, che ha già dato ottime soluzioni a tante situazioni che con il DDL Cicciòli vedrebbero come unico esito possibile la istituzionalizzazione.
Il testo approvato dalla XII Commissione segnerebbe un grave arretramento nella assistenza psichiatrica. Condizionerebbe in senso custodiale la pratica professionale e distoglierebbe risorse dalla assistenza diffusa sul territorio, l'unica in grado di raggiungere, curare e sostenere le migliaia di persone affette da disturbi mentali gravi e persistenti. Ciò di cui avvertiamo il bisogno è di proteggere e rinforzare questa assistenza, di potenziare l'azione di responsabilizzazione condivisa tra professionisti, utenti e famiglie sui percorsi di cura, di rendere la direttività ancora più trasparente attraverso gli istituti di tutela già esistenti, di preservare le risorse destinate alla salute mentale in un momento di grave crisi economica del paese.
Il testo approvato in Commissione è l'unica cosa di cui nessuno avverte il bisogno. Anzi, è l'unica cosa che nessuno vuole.
Per questo ci rivolgiamo al Presidente della Regione, alla Giunta regionale, ai Consiglieri regionali, ai Parlamentari della Regione Emilia-Romagna, garantendo loro la nostra massima disponibilità a fornire gli elementi conoscitivi che riterranno necessari, affinchè possano mettere in atto ogni azione politica necessaria a scongiurare l'approvazione come legge del testo approvato dalla XII Commissione parlamentare.
Bologna, 24 maggio 2012
I Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche delle AUSL della Regione Emilia-Romagna.
AUSL PIACENZA - Giuliano Limonta
AUSL PARMA - Pietro Pellegrini
AUSL REGGIO EMILIA - Gaddomaria Grassi
AUSL MODENA - Fabrizio Starace
AUSL BOLOGNA - Angelo Fioritti
AUSL IMOLA - Benedetta Prugnoli
AUSL FERRARA - Adello Vanni
AUSL FORLI’ - Claudio Ravani
AUSL CESENA - Giovanni Piraccini
AUSL RAVENNA - Paola Carozza
AUSL RIMINI - Daniela Ghigi