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Liberarsi dalla necessità degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. un libro di Pietro Pellegrini

 

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Liberarsi dalla necessità degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. un libro di Pietro Pellegrini

Le Edizioni alphabeta Verlag di Merano pubblicano Liberarsi della necessità degli ospedali psichiatrici giudiziari. Quasi un manuale. (2017, pp 340, € 16,00, Edizioni alphabeta Verlag). Era il 2012 quando il Parlamento italiano nel votare la legge “svuota carceri” approvò un emendamento che affrontava la questione dei manicomi giudiziari, prendeva atto del rapporto della Commissione parlamentare d'Inchiesta presieduta dal senatore Ignazio Marino che denunciava le condizioni non più sopportabili di quei luoghi, la negazione di ogni diritto per gli internati, l'arcaismo dell'impianto legislativo risalente al codice Rocco del 1930.

La rete delle associazioni e il sindacato Cgil attivi intorno alla “questione psichiatrica” si attivarono convergendo nel cartello Stopopg che ha organizzato e sostenuto la difficile campagna. Anche il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel suo discorso alla nazione del Capodanno 2012 pronunciò un insolito, accorato e commosso appello definendo quei luoghi “indegni di una società appena civile”. Nel novembre 2013 il viaggio di Marco Cavallo in tutti gli Opg fu il momento di maggiore visibilità della campagna. Il 30 maggio 2014 venne varata la legge 81/2014 che sancì il definitivo superamento degli Opg. Si giunse al marzo 2015 quando finalmente i primi internati cominciarono a uscire da quelle istituzioni e si avviò un difficile cammino per rendere definitiva quella auspicata chiusura. Sono seguiti due anni di intensa attività per regolamentare, trovare percorsi adeguati, affrontare per la prima volta in un campo così ruvido la secolare contraddizione tra il bisogno di protezione sociale, la limitazione della libertà per gli autori di reato e l'assoluta necessità di affermare il diritto alla cura e alla salute. A gennaio del 2017 l'ultimo internato lasciò l'Opg di Barcellona Pozzo di Gotto. 

… vai al sito della Collana 180

 

 

 

 

In ricordo di Gigi Attenasio

 

 

 

 

 

 

 

 

 

In ricordo di Gigi Attenasio
da
www.PsichiatriaDemocratica.com
"Molti, non riuscendo a venire ad Arezzo, ci hanno scritto per ricordare Gigi"    leggi

 

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6 novembre

ANSA

Carceri: basagliani contro opg, in tour Cavallo Azzurro
Simbolo in cartapesta da Trieste in tutta Italia

TRIESTE, 6 NOV - Marco Cavallo, l'enorme cavallo azzurro in cartapesta simbolo della rivoluzione di Franco Basaglia che portò con la legge 180 del 1978 alla chiusura dei manicomi, torna in strada. Per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, evitare la loro sostituzione con i cosiddetti "miniOpg" (manicomi regionali) e a favore dell' apertura dei Centri di Salute mentale h24. Sono sei gli Opg (Barcellona P.G., Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere) ancora aperti in Italia e vi sono internate circa 800 persone, secondo il Dap. In pratica, la seconda parte della rivoluzione basagliana. Da Trieste, dove il noto direttore dell'Ospedale Psichiatrico San Giovanni avviò la riforma, riparte Marco Cavallo, il "mythos" creato dal drammaturgo e scrittore Giuliano Scabia, che all' esperienza triestina partecipò attivamente. Come fece negli anni '70 e '80, portato in tutta Europa, così 40 anni dopo torna in strada a favore dei diritti degli internati a una vita migliore. Promosso da stopOPG, Alphabeta Verlag, Marco Cavallo partirà il 12 novembre per Torino, Genova, Livorno e in nave Palermo. Risalendo, tappa nei 6 Opg e a Roma, in Parlamento.
Il viaggio di Marco Cavallo avrà numerosi testimonial, che parteciperanno agli eventi organizzati nelle città-tappe del viaggio, tra i quali Fabrizio Gifuni, Gino Paoli, Giuliano Scabia, tanti gruppi teatrali. Il 12 novembre è previsto un evento in Piazza Unità d'Italia con la Presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani e altre autorità e associazioni. La legge (n.9 del 2012) prevede che, in base a una proroga, il 1 aprile 2014 vengano chiusi gli Opg e le Regioni si facciano carico dei malati inserendoli in progetti terapeutico- riabilitativi e favorendo misure di sicurezza alternative all'Opg, come previsto da sentenze della Corte Costituzionale. Alcune Regioni, però, hanno presentato programmi per l'apertura di strutture residenziali speciali, i cosiddetti "mini Opg". Inoltre, a causa di ritardi in alcune regioni, non è escluso che venga approvata una proroga nell' attuazione della norma. (DO/ S41 QBXK)

 

6 novembre

ANSA

Per chiusura Opg riparte il cavallo azzurro di Basaglia
In tour per l'Italia statua cartapesta Marco Cavallo

(di Francesco De Filippo) (ANSA) - TRIESTE, 6 NOV - Chissà se Franco Basaglia aprendo con una panchina una breccia nel muro dell'ospedale psichiatrico di Trieste da lui diretto per far uscire Marco Cavallo, il gigantesco equino azzurro di cartapesta, immaginava che quel cavallo "mythos" 40 anni dopo sarebbe tornato a galoppare. Era il 25 febbraio 1973, Marco Cavallo portò nelle strade di Trieste la simbologia che univa matti e sani, non più divisi da un muro. Il 12 novembre prossimo da Trieste ripartirà in tour in Italia per chiedere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, evitare che siano sostituiti con "miniOpg" (manicomi regionali) e favorire l' apertura dei Centri di Salute mentale h24. Finita l'opera di risistemazione di garretti e criniera, in piazza Unità d'Italia Cavallo Azzurro (che fu realizzato dallo scrittore e drammaturgo Giuliano Scabia) riceverà dalla presidente della Regione Fvg Debora Serracchiani un messaggio in linea con le idee dei promotori del viaggio (Comitato StopOpg e Alphabeta Verlag) e partirà per le città dove sono ancora aperti gli Opg (Barcellona Pozzo di Gotto, Aversa, Napoli, Montelupo Fiorentino, Reggio Emilia e Castiglione delle Stiviere). Ma anche altre, tra le quali Roma. Nella capitale la delegazione di psichiatri e operatori che con Basaglia fecero la riforma, oggi canuti ma combattivi come allora, in Parlamento chiederanno che quella rivoluzione non faccia passi indietro. Il monito lo lancia dalla Provincia di Trieste dove è stato presentato il Viaggio, lo psichiatra Peppe Dell'Acqua, uno dei protagonisti dell'esperienza basagliana: "E' a rischio il grande e critico cambiamento realizzato da Franco Basaglia". E spiega: "Sono tanti che vogliono di nuovo tornare a separare i matti da un lato e i sani dall'altro. Nessuno lo dice, si tratta di una condotta portata avanti in modo subdolo, ma è questo ormai un radicato modo di fare politica sanitaria in Italia".Una condotta che si palesa nel "voler sostituire gli Opg con manicomi regionali". Vale a dire risollevare quei muri invece che avviare i reclusi lungo un percorso terapeutico di recupero. Dunque, se Marco Cavallo portò nel 1978 alla legge 180 con la chiusura dei manicomi, oggi torna in strada per chiedere il completamento di quell'esperienza, con tanto di testimonial. La legge (n.9 del 2012) prevede che, in base a una proroga, il 1 aprile 2014 vengano chiusi gli Opg e le Regioni si facciano carico dei malati inserendoli in progetti terapeutico- riabilitativi e favorendo misure di sicurezza alternative all' Opg, come previsto da sentenze della Corte Costituzionale. Alcune Regioni, però, hanno presentato programmi per l'apertura di strutture residenziali speciali, i cosiddetti "mini Opg". Inoltre, a causa di ritardi in alcune regioni, non è escluso che venga approvata una proroga nell' attuazione della norma. In questa situazione di indugio, c'è incertezza anche sul numero degli internati. "Non riusciamo ad avere dati pubblici - ha detto Stefano Cecconi, della Cgil e del Comitato StopOpg - Nell'ambito dei fondi ripartiti tra le Regioni si parla di 1.380 ma al Dap risultano 1.100 circa ad aprile scorso". Il capo del Dap, Tamburino, in Senato ha di recente riferito di 800 persone. (DO/ S41 QBXK)

 


4 novembre

IL PICCOLO ...leggi l'articolo

 

Curare e non custodire. Chiudere gli Opg e assistere i detenuti.

Importante iniziativa della Funzione Pubblica Cgil, che conferma il pieno sostegno alla campagna stopOPG.

 

Roma, 28 Maggio 2013

Al Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin
Al Ministro della Giustizia, Annamaria Cancellieri
Ai componenti della Commissione Affari Sociali Camera dei Deputati
Ai Componenti della Commissione Igiene e Sanità Senato della Repubblica
Ai componenti della Commissione Giustizia Camera dei Deputati
Ai Componenti della Commissione Giustizia Senato della Repubblica
Ai Presidenti delle Regioni
Agli Assessori Regionali alla Sanità

 

Lettera aperta
Curare e non custodire. Chiudere gli Opg e assistere i detenuti

La legge sulla chiusura degli Opg può finalmente mettere la parola fine alla storia drammatica dei manicomi criminali, restituendo la soggettività e la dignità ad oltre mille persone spesso lasciate in condizioni di abbandono inaccettabili per un paese civile.
Ma la strada che va verso l’apertura di strutture speciali (mini Opg) in ogni regione, affidando una responsabilità detentiva ai Dipartimenti di Salute Mentale, rischia di essere una bomba ad orologeria che può far saltare gli stessi principi della legge 180.
Chi soffre di disturbi psichiatrici non è pericoloso per sé e/o per gli altri ma può esserlo così come chi non soffre di disturbi psichiatrici.
L’affidamento della responsabilità detentiva ai dipartimenti di salute mentale di chi ha commesso un reato, ed è stato giudicato dal magistrato socialmente pericoloso, stravolge questo concetto e riporta la logica manicomiale nella salute mentale.
Si affermerà il concetto che la violenza è causata dai disturbi psichiatrici e il compito dello psichiatra e degli operatori dei Dipartimenti di Salute Mentale ritornerà ad essere il controllo sociale.
Curare ridiventerà custodire, quindi strutture chiuse e mini Opg. Chiunque sarà giudicato violento e con disagio psichico dovrà essere contenuto nei presidi psichiatrici.
Questo si inquadra in un cambiamento pericoloso della giurisprudenza degli ultimi anni tesa a colpevolizzare gli psichiatri e gli infermieri quando un paziente seguito da un servizio commette un reato, anche se è stato seguito con prudenza, diligenza e perizia. Scambiando già oggi il mandato della cura con quello della custodia.
Le normative nazionali e regionali devono pertanto chiarire la posizione di garanzia degli psichiatri e di tutto il personale sanitario, che devono avere compiti di cura e non di custodia/controllo. Così come devono essere esplicitate le diverse responsabilità in merito alle funzioni sanitarie e alle funzioni detentive.
Non si deve poter più stare rinchiusi in Opg (o in mini Opg) a prescindere dalle condizioni cliniche e dei reati commessi e le risposte alternative devono essere diversificate.
Per chi soffre di disturbi psichiatrici ed ha commesso reati lievi c’è bisogno di programmi riabilitativi e di reinserimento sociale, andando oltre le nuove strutture speciali, che comunque, se portate avanti, dovranno avere un clima comunitario e non detentivo.
Così come per altri casi, a partire da chi ha commesso gravi crimini, il programma riabilitativoterapeutico si dovrebbe portare avanti all’interno dell’istituzione carceraria, privilegiando quando e se possibile misure alternative alla detenzione.
Ma il definitivo superamento della logica manicomiale non può prescindere dalla modifica del codice penale.
Per questo chiediamo l’imputabilità del paziente psichiatrico autore di reato, unita a percorsi di cura differenziati in base alla gravità dei reati e alle condizioni cliniche e sociali.
Con risposte che possono andare dal carcere ai servizi comunitari territoriali, fino ad arrivare alle abitazioni assistite.
Chiediamo, inoltre, che venga affrontato il tema ancor più generale, con l’intervento dei Dipartimenti di Salute Mentale, della salute mentale in carcere, le cui condizioni di degrado e di violazione dei diritti dei cittadini detenuti denunciate anche dal Comitato Europeo per la prevenzione della tortura non sono più accettabili. E dove serve potenziare decisamente le misure
alternative alla detenzione, tanto più necessarie per attuare percorsi di cura e riabilitazione.
Infine con il nostro appello – confermiamo il pieno sostegno alla campagna di StopOpg - e chiediamo di fermare la deriva dei  servizi pubblici di salute mentale, senza più personale per garantire i livelli essenziali di assistenza (indicato nei Lea con almeno un operatore ogni 1500 abitanti) e senza più risorse adeguate, che dovrebbero arrivare ad almeno il 5% dei fondi sanitari regionali.

 

Cecilia Taranto  Segretaria Nazionale Fp Cgil

Massimo Cozza Segretario Nazionale Fp Cgil Medici

APPUNTI SULLA APPLICAZIONE DELLA CD. LEGGE MARINO Opg. di Francesco Maisto, giudice di sorveglianza del Tribunale di Bologna

 

Dal 31 marzo 2013 In vista del termine del 31 marzo il Tribunale di Sorveglianza di Bologna ha organizzato 2 riunioni interpretative e organizzative: una con i magistrati di sorveglianza ed una con gli psichiatri dell'opg di Reggio Emilia nel contesto della Commissione Regionale sulla psichiatria.
L' art.3 ter , co.4 l..n.9 contiene due disposizioni complementari:

  1. Dal 31 marzo 2013 non ci possono essere internati in ESECUZIONE delle misure di sicurezza o.p.g. E c.c.c.negli istituti denominati Opg . E c.c.c.
    Allora, se ciò si verifica e' illegale e , tanto parenti degli internato, quanto Associazioni di assistenza sono legittimati a stimolare l'intervento della magistratura inquirente contro i responsabili degli abusi, nonché l'intervento a tutela della condizione di privazione della liberta' da parte del magistrato di sorveglianza trattandosi di internati in istituzioni non più previste dalle leggi. Ed infatti deve essere chiaro che l'odg.come esecuzione di misura di sicurezza non può essere piu' utilizzato. E' questione diversa dall'abrogazione delle specifiche norme del c.p.
    Come sarebbe illegale l'internamento, anche provvisorio, in un carcere , pur se in reparto psichiatrico.
  2. L'ultima proposizione del comma sembra lapalissiana e tautologica. Sembrerebbe limitarsi a disporre che una misura di sicurezza si revoca quando non c'è più l'attualità della pericolosità sociale. Ma questa e' regola già vigente dal 1986. Allora cosa significa? Si vuole affermare in modo univoco che c'è uno sganciamento della subordinazione della pericolosità sociale dall'inserimento sociale. Diversamente dalle prevalenti prassi dei magistrati di sorveglianza.

Alla revoca della misura di sicurezza deve conseguire l'impegno dei Servizi con tutto quanto consegue in tema di responsabilita' per omissione in capo al Responsabile del Servizio stesso.
La magistratura di sorveglianza deve sollecitare e accompagnare la fase di deistituzionalizzazione e decostruzione.
Nelle prassi virtuose , il magistrato di sorveglianza potrebbe lasciare un tollerabile lasso di tempo tra giorno della decisione della revoca della misura di sicurezza, data di deposito dell'ordinanza e data di esecuzione.
Preliminare sarebbe di fare una lista concordata dei dimittibili , compensati ai quali manca solo la risorsa esterna per la revoca, con direzione Opg di R. E.
Contemporaneamente, si può pensare ad una comunicazione da parte del Presidente del ts. a tutte le ASL coinvolte , in base ad un elenco fornito dalla direzione Opg.
Resta confermata la competenza del magistrato di sorveglianza sulle " strutture" vicariati.
Potrebbero essere collocate anche fuori dall'attuale competente uff. Sorv. E quindi cambia la competenza territoriale.
Allora coinvolgimento e sensibilizzazione di tutti i m.s.
Importante il comma 9 dell' art. CIT. Che sancisce con la nomina di n Commissario Governativo ad acta le omissioni regionali per superamento degli Opg. Entro il 1.2.2013. Quindi già il termine e' superato.
Il comma 10 dell'art.cit. Disciplina la destinazione degli immobili degli attuali Opg.
Bologna, 4.3.2013

Francesco Maisto

SANITA': MARINO (PD), PER OPG SERVE COMMISSARIO E IMPEGNO VERO DI ENTI COINVOLTI

 

 
Torino, 14 feb. (Adnkronos Salute) - Un commissario e piu' impegno da parte delle Regioni. E' quello che serve, secondo il presidente della Commissione d'inchiesta sul Servizio sanitario nazionale Ignazio Marino, per gli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg). "Gia' da molti mesi la Commissione d'inchiesta ha formulato una proposta per l'attuazione della riforma sugli Opg - spiega il senatore Pd, nel giorno in cui la Societa' italiana di psichiatria (Sip) ha annunciato di voler chiedere al prossimo governo di rimandare la chiusura di queste strutture - Il 15 ottobre 2012 mi sono recato dal Presidente del consiglio Mario Monti per esprimere grande preoccupazione e suggerire al Governo una soluzione: si nomini una figura che abbia pieni poteri per applicare la legge votata dal Parlamento e che possa gestire il percorso di chiusura e le risorse economiche messe a disposizione. Ci e' stato detto che non era possibile, ma questa rimane la nostra proposta anche per il prossimo Governo".
"Sul superamento degli Opg - continua Marino - nonostante il lavoro della Commissione e gli appelli ripetuti del presidente della Repubblica Napolitano, si e' accumulato un ritardo vergognoso e disarmante. Il Governo ha prodotto da poco il decreto di finanziamento legato alla legge 9 e, a questo punto, deve esserci un impegno vero da parte delle Regioni: bisogna attuare in via definitiva questa riforma per consentire ai folli autori di reato privati della liberta' di poter avere accesso alle cure di cui hanno diritto e al rispetto della loro dignita' umana".
(Sav/Col/Adnkronos) 14-FEB-13 17:03

Miotto (PD): Legge Basaglia non crea abbandono, deve essere applicata

Il documento della Società Italiana di Psichiatria sul ddl "Ciccioli" di modifica della legge 180

Interrogazione parlamentare della deputata on. Luisa Bossa sull'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa e sulla chiusura degli OPG

Interrogazione a risposta in commissione
Al Ministro della Salute
Dall’on. Luisa Bossa

Per sapere, premesso che:

Lo scorso sette giugno, un internato nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, nel Casertano, è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Sebastiano con gravi ustioni su tutto il corpo;

L'uomo è internato nel reparto otto bis dell'Opg di Aversa e, per motivi in corso di accertamento, è stato aggredito dai compagni di stanza che, dopo averlo picchiato, gli avrebbero dato fuoco usando una bomboletta di gas;

Le sue condizioni sarebbero gravi e riaprono con forza una discussione sulle condizioni di queste strutture che dovrebbero essere di cura ma sono state trasformare in luoghi di terribile reclusione;

nei giorni scorsi, presso l’Opg di Aversa, si è recato in visita un consigliere regionale della Campania, unitamente ad una troupe televisiva; è stato documentato uno stato di totale degrado e di abbandono;
Il “Filippo Saporito” di Aversa è tra le strutture più grandi d’Europa; vi sono internate poco meno di 200 persone in sette padiglioni; per loro, solo reclusione e quasi nessuna cura, in condizioni di grave rischio igienico, di promiscuità, di mancanza di spazi, e di tutele sanitarie;

La maggior parte delle persone che si trovano nell’Opg di Aversa hanno commesso piccoli reati: maltrattamenti violenti, estorsioni in famiglia, violenza a pubblico ufficiale; i reclusi arrivano con una misura temporanea di sicurezza che ha una durata minima di sei mesi, ma che in teoria può anche non finire mai, visto che mancano programmi di sostegno alle famiglie e piani di cura presso i Dipartimenti di salute mentale;

la mancanza di personale, l’assenza di piani di cura personalizzati, le condizioni di degrado hanno trasformato di fatto l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa in una struttura di pura reclusione, senza alcun aspetto sanitario, di brutale internamento che non dà speranze, progetti, prospettive, e si traduce in una riedizione moderna dei vecchi manicomi;

l’articolo 3 ter della legge n. 9 del 17 febbraio 2012 fissa al primo febbraio 2013 il termine per il completamento del processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) in applicazione delle norme già esistenti; entro tale data, le regioni devono organizzare e disciplinare il superamento degli Opg, attraverso le aziende sanitarie, con la presa in carico da parte dei dipartimenti di salute mentale dei soggetti attualmente presenti negli Opg;
 
le Regioni appaiono fortemente impreparate rispetto a queste scadenze; esiste una forte preoccupazione: la creazione di nuove strutture, che prefigurino la riproduzione, in miniatura, dei manicomi giudiziari, avallando l’equazione sofferenza mentale = pericolosità, che da oltre trent’anni la legge 180 tenta radicalmente di rovesciare;

dal Ministro se è a conoscenza della drammatica situazione dell’Opg di Aversa (Caserta) e cosa il Governo intenda fare perché sia rispettato lo spirito della norma che ha voluto creare, negli Ospedali psichiatrici giudiziari, luoghi di cura e non solo di reclusione; quali iniziative si stanno assumendo per verificare che le Regioni realizzino, senza indugio, la riforma che chiude gli Opg per garantire una presa in carico dei malati dai Dipartimenti di salute mentale, in modo da assicurare quel diritto alla cura, e al reinserimento sociale, fissato dalla Costituzione e dalla normativa vigente.

La posizione della Regione FVG sul superamento degli OPG: nessun “miniOpg”!

- da ForumSaluteMentale

Il documento che definisce la posizione della Regione Friuli Venezia Giulia in merito al Decreto Legge n. 211, dd 22.12.11, convertito con modificazioni dalla legge n. 9 dd 17.2.12, che, all’art. 3 ter reca disposizioni volte al completamento del processo di superamento degli OPG.

 

 

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NO al Disegno di Legge Ciccioli & c contro la legge basaglia dei Direttori dei DSM dell'Emilia Romagna

L'UNICA COSA DI CUI NON ABBIAMO BISOGNO

 
L'approvazione da parte della XII Commissione Parlamentare del Testo unificato dei vari DDL di riforma degli artt. 33, 34 e 35 della legge 833, noto come DDL Cicciòli, suscita in noi la più viva preoccupazione.
La riduzione delle garanzie procedurali e temporali per gli interventi sanitari senza consenso (TSO) e la possibilità di effettuare trattamenti di un anno senza consenso del paziente in strutture residenziali costituiscono un grave sbilanciamento nei rapporti tra il cittadino ammalato e le istituzioni, con evidenti rischi di abuso, uso improprio e uso custodiale di questi strumenti.  Ciò non è affatto quello di cui si avverte il bisogno per migliorare la qualità dell'assistenza.
Oltre trent'anni di psichiatria territoriale hanno sviluppato un consenso rispetto al fatto che l'uso degli strumenti direttivi ed obbligatori di per sè non produce salute e può avere pesanti conseguenze in termini di allontanamento dai processi di cura, di passivizzazione e cronicizzazione. C'è semmai bisogno di proseguire nel percorso di informazione, coinvolgimento, negoziazione trasparente col paziente e con il suo contesto, tutti valori riportati anche nel Piano Attuativo Salute Mentale della nostra Regione. A tal fine guardiamo semmai con interesse ed aspettative alla piena realizzazione della normativa sull'Amministrazione di Sostegno, che ha già dato ottime soluzioni a tante situazioni che con il DDL Cicciòli vedrebbero come unico esito possibile la istituzionalizzazione.
Il testo approvato dalla XII Commissione segnerebbe un grave arretramento nella assistenza psichiatrica. Condizionerebbe in senso custodiale la pratica professionale e distoglierebbe risorse dalla assistenza diffusa sul territorio, l'unica in grado di raggiungere, curare e sostenere le migliaia di persone affette da disturbi mentali gravi e persistenti. Ciò di cui avvertiamo il bisogno è di proteggere e rinforzare questa assistenza, di potenziare l'azione di responsabilizzazione condivisa tra professionisti, utenti e famiglie sui percorsi di cura, di rendere la direttività ancora più trasparente attraverso gli istituti di tutela già esistenti, di preservare le risorse destinate alla salute mentale in un momento di grave crisi economica del paese.
Il testo approvato in Commissione è l'unica cosa di cui nessuno avverte il bisogno. Anzi, è l'unica cosa che nessuno vuole.
 
Per questo ci rivolgiamo al Presidente della Regione, alla Giunta regionale, ai Consiglieri regionali, ai Parlamentari della Regione Emilia-Romagna, garantendo loro la nostra massima disponibilità a fornire gli elementi conoscitivi che riterranno necessari, affinchè possano mettere in atto ogni azione politica necessaria a scongiurare l'approvazione come legge del testo approvato dalla XII Commissione parlamentare.
 

Bologna, 24 maggio 2012

I Direttori dei Dipartimenti di Salute Mentale e Dipendenze Patologiche delle AUSL della Regione Emilia-Romagna.  
 
AUSL PIACENZA - Giuliano Limonta
AUSL PARMA - Pietro Pellegrini
AUSL REGGIO EMILIA - Gaddomaria Grassi
AUSL MODENA - Fabrizio Starace
AUSL BOLOGNA - Angelo Fioritti
AUSL IMOLA - Benedetta Prugnoli
AUSL FERRARA - Adello Vanni
AUSL FORLI’ - Claudio Ravani
AUSL CESENA - Giovanni Piraccini
AUSL RAVENNA - Paola Carozza
AUSL RIMINI - Daniela Ghigi

"Lapsus freudiani" di Gian Luigi Bettoli, gruppo di lavoro sulla Salute Mentale di Legacoopsociali

18 Maggio 2012.

In un mondo politico italiano ed europeo paralizzato dalla crisi finanziaria della parte occidentale del Pianeta; in un Parlamento nazionale esautorato da anni dalle pratiche della decretazione d'urgenza e dalla legislazione sulla "giustizia"; un colpo di mano delle forze di destra - mai come in questo caso unite sui loro "valori fondanti", sempre gli stessi: Dio, Patria e Famiglia, quelli per cui si scatenano le guerre "sante" e le campagne elettorali - mette in discussione la "legge Basaglia", cioè la legge 180/1978, la riforma delle politiche della Salute Mentale per cui l'Italia è diventata il consolidato punto di riferimento internazionale.

Il risultato della votazione in commissione di ieri, porterebbe a raddoppiare il periodo di "trattamento sanitario obbligatorio" (Tso), cioè quel delicatissimo istituto in cui viene revocato il diritto di libera scelta di ogni persona, per sottoporla ad un trattamento sanitario in forme coattive. Non solo: si allungherebbe all'inverosimile la possibilità di trattenere una persona contro la sua volontà, fino ad un anno, con evidente soddisfazione di quel sistema di cliniche private che ambisce ad un ben pagato ritorno alla clausura istituzionale delle problematiche di Salute Mentale.
L'azione antiriformatrice, condotta negli indimenticabili anni del governo berlusconiano attraverso una pluralità di progetti controriformatori, troverebbe in tal modo la sua sanzione, con l'accantonamento delle moderne politiche di Medicina Sociale, a favore degli autoritari modelli muccioliani di trattamento delle tossicodipendenze, secondo la lettura semplicistica dell'on. Ciccioli.
In un tutto coerente, dall'estensione dei sistemi di "comunità" di grandi dimensioni, alla diffusione dei centri di reclusione amministrativa per immigrati, in una logica concentrazionaria contraria alle politiche della salute e - si parva licet - dei Diritti Costituzionali.

Stupisce che il colpo di mano di ieri avvenga a solo poche settimane dalla legge che impone finalmente la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, uno degli ultimi orrori della psichiatria ottocentesca ancora viventi. Ci auguriamo che il Parlamento repubblicano corregga questa evidente enormità, evitando al nostro paese di passare da modello planetario di buone politiche della Salute Mentale al medioevo manicomiale.
 

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