Salute Mentale

Salute mentale

StopOPG Lazio scrive al Presidente Zingaretti

Con la nuova legge sugli OPG si aprono possibilità di grandi miglioramenti nelle modalità di dimissione dagli OPG soprattutto attraverso lo spostamento di almeno una parte delle risorse destinate ai posti letto delle REMS sui percorsi di riabilitazione e di inclusione sociale gestiti dai servizi di comunità

Legge Opg, operatori della salute mentale protagonisti non custodi.

 La lettera aperta a Governo e Regioni di FP CGIL  e FP CGIL Medici

 

Il Pensiero lungo di Aldo Moro

 

9 maggio 2014

“Durante i lavori della Costituente, il tema della condizione dell’infermo di mente fa capolino una prima volta in una proposta del giovane Aldo Moro che trovò subito seguito:

nessun trattamento sanitario può essere obbligatorio se non per legge. Non sono ammesse pratiche sanitarie lesive della dignità umana.

Questo il testo di un suo emendamento da cui prese forma, dopo alcune correzioni minori, il secondo comma dell’articolo 32 della Costituzione italiana. Moro illustrò le ragioni che lo inducevano ad avanzare la proposta, rilevando che:

si tratta di un problema di libertà individuale che non può non essere garantito dalla Costituzione, quello cioè di affermare che non possono essere imposte obbligatoriamente ai cittadini pratiche sanitarie, se non vi sia una disposizione legislativa, impedendo, per conseguenza, che disposizioni del genere possano essere prese dalle autorità senza l’intervento della legge.

Poi proseguiva:

Importante è anche l’altra parte dell’emendamento. Non soltanto ci si riferisce alla legge per determinare che i cittadini non possono essere assoggettati altrimenti a pratiche sanitarie, ma si pone anche un limite al legislatore, impedendo pratiche sanitarie lesive della dignità umana. L’esperienza storica recente dimostra l’opportunità che nella Costituzione italiana sia sancito un simile principio.”

Da: Il pensiero lungo. Franco Basaglia e la Costituzione. Daniele Piccione, Ed. Alpha Beta Verlag, Collana 180 Archivio Critico della Salute Mentale.

Oggi 9 Maggio, come non ricordare il ritrovamento del corpo di Aldo Moro.

Giovanissimo partecipa all’Assemblea Costituente facendosi promotore e anticipatore di quei principi che circa trent’anni dopo daranno corpo alla Legge 180.

Nell’assurda prigionia è costretto a vivere sulla sua pelle proprio la perdita di quei diritti e di quella libertà che aveva cercato di tutelare, di quella dignità che aveva posto come limite invalicabile nel rapporto tra il cittadino e le istiruzioni.

Quattro giorni dopo, il 13 Maggio 1978, la Legge 180, rifacendosi proprio a quei principi costituzionali, affermerà che:

“Gli accertamenti e i trattamenti sanitari sono volontari. Nei casi di cui per legge e in quelli espressamente previsti da leggi dello Stato possono e essere disposti dall’ autorità sanitaria nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione, compreso per quanto possibile il diritto alla libera scelta del medico e del luogo di cura.”

(Art.1 L.180/1978)

Fonte: http://www.news-forumsalutementale.it/il-pensiero-lungo-di-aldo-moro/

La libertà è terapeutica. di Giuseppe Dell'Acqua (intervistato da Piazza Grande, il giornale di strada)

Piazza Grande, il giornale di strada

 

La libertà è terapeutica è una frase che continua a starci a cuore ed è la ragione per cui in tanti continuiamo a lavorare per buttare giù quest’ultimo muro che sono gli Opg”. A parlare è Giuseppe Dell’Acqua, psichiatra, classe ’47, salernitano d’origine ma friulano d’adozione. Allievo di Franco Basaglia e iniziatore, assieme a lui e a un ristretto gruppo di menti illuminate, di quel modello triestino che ha ridato dignità ai malati psichiatrici. Quella frase era scritta a caratteri cubitali sui muri dell’ex manicomio di Trieste ed è l’essenza dell’idea che i percorsi terapeutici non possono essere efficaci se coercitivi. “Per libertà bisogna intendere restituzione di diritto, ritorno o comunque ingresso nella cornice costituzionale per le persone che soffrono di disturbi mentali e a maggior ragione, per quelli che soffrono di disturbo mentale e hanno commesso un reato – dice Dell’Acqua – Ricordo anni fa un convegno aperto dal Cardinal Martini che partiva da uno slogan che faceva il verso al nostro, ovvero: ‘La cittadinanza è terapeutica’. Sono questi i punti fondamentali: libertà e cittadinanza, i diritti ed i bisogni primari, la libertà e quindi i bisogni radicali, restituire dignità, possibilità di innamorarsi, di sognare, tutto questo è terapeutico”.

Gli Opg saranno sostituiti dalle Rems, Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza sanitaria. Quali differenze ci sono?

Queste strutture, come pensate dal legislatore, non sono diverse dagli Opg, dovrebbero essere soltanto più piccole e, nella fantasia di chi ha scritto quella legge, più belle, meglio arredate e più ‘sanitarizzate’. Anche se fosse così non cambierebbe molto. Allora mi domanderà, qual è la soluzione? Il problema è l’insensatezza colossale dell’Opg, di come vi si entra, di come si perdono i diritti, di come non si esce e di come si esce, forse, un giorno. È un meccanismo insensato che nasce da una preposizione ideologica, quella di dire che il malato di mente non è in grado di intendere e di volere, non ha responsabilità. Quando togliamo responsabilità a una persona la riduciamo all’inesistenza. Anche con le Rems. Il problema è capire se siamo in grado di spostare le risorse per rafforzare i Servizi di salute mentale territoriali, per garantire la presa in carico dei cittadini che hanno commesso un reato e hanno bisogno di cura, come di quelli che non hanno commesso reati.

E le Residenze sanitarie psichiatriche?

In realtà quel cambiamento di 35 anni fa presupponeva e presuppone, come il “modello triestino”, lo spostamento della cura e della riabilitazione nei luoghi di vita e non in luoghi speciali. Tutto questo ridurrebbe drasticamente o azzererebbe la necessità di un Opg. Oggi a Trieste negli Opg non c’è nessuno, nel Friuli che più o meno attua questo modello, c’è il numero più basso di presenze rispetto all’intera realtà nazionale. Le Residenze protette stanno alle Rems come quest’ultime agli Opg: rotto il grande istituto manicomiale ne abbiamo creati tanti altri, più piccoli e belli, ma sempre troppo strutturati. Le strutture non sono né terapeutiche né riabilitative. Oggi dopo 35 anni le persone nella maggior parte dei casi permangono negli Opg per periodi indefiniti, siamo arrivati a 25-30 anni. Non vi è una reale attività terapeutica, è delegata dal pubblico ai privati che, se va bene, sono buone cooperative, ma se va male non hanno le necessarie competenze. E poi queste residenze costano tantissimo, coprono il 70-80% dei bilanci per la salute mentale delle Regioni. Si spendono 5-6 mila euro al mese a posto letto per negare l’esistenza delle persone. Spendendo gli stessi soldi si potrebbero fare progetti differenti, far lavorare queste persone in cooperative con percorsi assistenziali e riabilitativi di tutt’altra natura, con un Dipartimento di salute mentale forte e capace di tenere la regia di tutti gli interventi e senza il pubblico debba delegare.

Quindi una soluzione è lasciare il paziente nella sua quotidianità?

Non solo a casa sua, ma anche in un gruppo di convivenza. Restituire i diritti significa restituire a una persona il diritto a essere processato e a essere punito. Siamo noi a dover capire se questa pena è il carcere. Questo non è scandaloso, perché si possono curare le persone in carcere, non è che negli Opg si curano meglio le persone anzi sono i Servizi di salute mentale che dovrebbero entrare nelle carceri. In questo modo le persone potrebbero essere titolari di un progetto terapeutico sotto forma per esempio di una misura di sicurezza come la libertà vigilata, lavorare alla mattina, al centro di salute mentale al pomeriggio, al gruppo teatrale o agli allenamenti di calcio e seguire le indicazioni terapeutiche del medico del centro. Per quale ragione i detenuti comuni vengono curati come le persone non detenute, mentre chi ha commesso un reato e ha un disturbo mentale, deve essere curato con uno strumento e all’interno di un luogo non terapeutico e dannoso come l’Opg? Fermo restando che il progetto terapeutico deve prevedere le cure e la riabilitazione ma anche la garanzia della sicurezza sociale.

Non si rischia così di creare sezioni speciali e ritornare al concetto dei vecchi manicomi?

Rimanere in carcere e aver bisogno di cure psichiatriche è qualcosa di diverso che andare nei manicomi criminali anche nel caso si facesse una sezione speciale. In carcere io continuo a essere una persona, ho il diritto a essere un cittadino, ho diritto alla certezza della pena anche se sono all’interno di un percorso terapeutico mirato. Il concetto è questo: chi commette un reato va in carcere dove, se necessario, viene curato sino a che non esce o va in una Rems. Queste devono essere poche e specializzate e offrire un programma riabilitativo: la permanenza nelle Rems sarà temporanea, da 18 a 33 mesi al massimo. Con la certezza della pena e delle terapie si ridà dignità alla persona.

a cura di Maurizio Tonellotto

redazione@piazzagrande.it    www.piazzagrande.it/giornale/

12 maggio 2014

 

Salute Mentale, CGIL: suscita ancora speranze la Legge 180 !

L'importante è che abbiamo dimostrato che l'impossibile può diventare possibile. Franco Basaglia

 

 

 

 

 

 

 

 

La legge 180, approvata il 13 maggio 1978, ha posto fine a secoli di abusi. Con la liberazione delle persone internate nei manicomi ha restituito cittadinanza e dignità. Abolendo la funzione repressiva della psichiatria ha dato un contributo formidabile allo sviluppo della democrazia e delle libertà nel nostro Paese. Il valore della legge 180 sta proprio nella sua spinta liberatrice e nella visione di società solidale e giusta che descrive.

Certo sappiamo bene quale siano la fatica, le inadempienze e i ritardi nell’attuare la legge 180 e nel garantire il diritto alla salute e alle cure. E per questo dobbiamo continuare la mobilitazione contro le assurde politiche di austerity che colpiscono il welfare e per ottenere risorse per la salute mentale. Per garantire 24 ore su 24 la “presa in carico” delle persone e dei loro familiari nei servizi territoriali, con Centri di Salute Mentale accoglienti, servizi domiciliari e residenziali e per l’inclusione lavorativa, abitativa e sociale: per riconoscere così diritti e piena cittadinanza.

In queste ore siamo impegnati, nel comitato stopOPG, affinché il Parlamento approvi finalmente la nuova legge per chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari: questa è un’altra tappa di civiltà, che a 36 anni dalla legge 180 suscita nuove speranze a chi crede che la tutela della salute sia un diritto fondamentale, in una società che include, che accoglie, che soccorre, in cui ogni essere umano ha piena cittadinanza.

 

p. CGIL nazionale
Vera Lamonica Segretaria confederale
Stefano Cecconi  Responsabile Politiche della Salute

 

 

Roma, 13 maggio 2014

Un patto per la Salute Mentale: Lavoro, pratiche, diritti. Conferenza nazionale FP Cgil a Milano il 26 maggio …

 

Il 26 maggio prossimo, a Milano, si terrà la Conferenza nazionale FP CGIL sulla salute mentale, dal titolo "LAVORO, PRATICHE E DIRITTI  - UN PATTO PER LA SALUTE MENTALE".  La Conferenza intende offrire agli operatori dei servizi di salute mentale uno spazio di dibattito sulle condizioni del lavoro, le organizzazioni, le pratiche, le criticità, ma anche uno spazio per avanzare e discutere proposte. Si vuole rinnovare un’alleanza fra gli operatori e le persone con esperienza di disagio mentale, ma anche allargare l’alleanza alla comunità tutta per un nuovo patto per la salute mentale.

La Funzione pubblica della Cgil propone come punto di partenza da alcuni punti fermi quali:

  • il rispetto della dignità e dei diritti delle persone con disturbo mentale e degli operatori nei percorsi di cura
  • l’apertura dei servizi di salute mentale sulle 24 ore
  • progetti terapeutici individuali finanziati attraverso lo strumento dei budget di salute
  • la partecipazione e promozione del protagonismo di operatori ed utenti.

Ad oggi, hanno confermato la loro partecipazione Angelo Cicatiello, Vito D’Anza, Tonia di Cesare, Domenico Castronuovo, Peppe Nese, Stefano Cecconi, Massimo Cozza, Thomas Emmenegger, Gisella Trincas, l’Ass. Maiorino del Comune di Milano.

Nel pomeriggio è prevista una tavola rotonda, alla quale parteciperanno la Sen. Emilia di Biase, l’Ass. Carlo Lusenti, il portavoce dell’Alleanza delle Cooperative Giuseppe Guerini, Giovanna Del Giudice..

E’ stato invitato il ministro alla salute, On. Lorenzin.

Le conclusioni della Conferenza sono affidate alla Segretaria Nazionale FP CGIL Rossana Dettori.

A breve sarà disponibile il programma dettagliato della giornata.

 

Milano 2 aprile 2014 - Giornata di Studio L’ESPERIENZA DI CURA EDUCATIVA IN SALUTE MENTALE

Giornata di Studio

L’ESPERIENZA DI CURA EDUCATIVA IN SALUTE MENTALE

Mercoledì 2 aprile 2014

 

Università degli Studi di Milano Bicocca

Dipartimento di Scienze Umane per la Formazione “Riccardo Massa”

Piazza dell’Ateneo Nuovo Aula “Martini”

Corso di perfezionamento L'ospedale psichiatrico giudiziario Fondamenti storici, giuridici, culturali Saperi, indirizzi, organizzazioni per il suo superamento

 

Primo annuncio sul Corso di perfezionamento

 

L'Ospedale psichiatrico giudiziario. Fondamenti storici, giuridici, culturali. Saperi, indirizzi, organizzazioni per il suo superamento

 

Promosso dalla Clinica Psichiatrica dell'Universita degli Studi di Trieste e dalla Conferenza Permanente per la Salute Mentale nel Mondo Franco Basaglia, il corso, di sessanta ore, è articolato in tre week-end lunghi, dal 12 marzo all'11 aprile.

Scopo del corso è fornire formazione e aggiornamento sull'evoluzione culturale, storica, giuridica e psichiatrica che fonda e mantiene il ricorso all'istituto dell'Ospedale psichiatrico giudiziario, onde implementare capacità di riflessione critica e favorire l'analisi delle possibili e concrete alternative, anche nell'attuale legislazione, alla misura di sicurezza dell'Ospedale psichiatrico giudiziario.

Le lezioni prevedono, per ogni argomento specifico, uno spazio di discussione. 

È prevista inoltre la discussione su alcune situazioni "esemplari" presentate dalle corsiste e dai corsisti (per la preparazione delle stesse sono state date otto ore di lavoro, individuale o collettivo, nella propria sede/ gruppo di lavoro).

 

L'iscrizione, per i dipendenti ASL prevede la liberatoria dei crediti formativi per il 2014, e sarà possibile da giovedì 6 febbraio sul sito dell'Università degli Studi di Trieste (www.units.it) sotto la voce Didattica-Post Lauream

 

Segreteria organizzativa:
email copersamm@gmail.com

tel 040 3478751 - 040 3474449
cell 3384450336

 

Giovanna Del Giudice
Betty Pascolo

Sul convegno di Perugia: “Tutela della salute mentale e responsabilità' penale degli operatori dopo la chiusura degli OPG”

di Francesco Maisto

Sintetiche annotazioni a margine del dibattito sulla relazione del dr. Ferrannini ( Per una cura responsabile dei pazienti autori di reato) e mia (Decisione di sorveglianza e responsabilità medica) al Seminario pubblico della Regione Umbria e dell'Università di Perugia su "Tutela della salute mentale e responsabilità penale degli operatori dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari" il 17 gennaio 2014.
Seminario denso, molto seguito sia dai giuristi, dagli operatori della psichiatria del territorio, sia dagli operatori penitenziari.
Sono emerse con prepotenza due importanti questioni che rischiano di amplificare le posizioni critiche sulla chiusura degli Opg e/ o sulla conformazione delle "strutture" sostitutive".
In primo luogo, era prevedibile la riproposizione della contraddizione tra alleanza terapeutica, tipica del percorso volontario del paziente, ed induzione alla terapia del " reo- folle" per effetto di un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza o del Tribunale di Sorveglianza, mentre non lo era la prospettata stretta relazione tra posizione di garanzia del medico e psichiatria difensiva.
In altri termini, taluni interventi amplificano la portata della sentenza della Corte di Cassazione (di "conferma") di condanna per i fatti di Imola, non solo estrapolando concetti astratti dalla narrazione dei fatti di quella Comunità, ma anche presentando quella decisione come un arresto giurisprudenziale in luogo delle tante sentenze della Cassazione di segno opposto. E questa rappresenta una prima circostanza idonea a mettere in guardia e sulla difensiva gli operatori.
In secondo luogo, viene distorto il significato complessivo e reale di alcune ordinanze del Magistrato di Sorveglianza di Firenze di revoca o di attenuazione della misura di sicurezza dell'opg. di Montelupo Fiorentino e contestuale "invio" del paziente al Servizio del territorio.
Quelle ordinanze si adeguano innanzitutto, al nuovo dettato normativo (pleonastico, ma rafforzativo) di revocare "senza indugio" la misura di sicurezza all'atto della cessazione della pericolosità sociale. E poi, con argomentazione sovrabbondante, al contempo inutile, discetta sulla posizione di garanzia del responsabile del Servizio.
Orbene, come e' noto, quel che conta è il dispositivo di qualsiasi provvedimento giurisdizionale e questi dispositivi non attribuiscono, come del resto non potrebbero, una posizione di garanzia ulteriore.
E così, il combinato disposto implementa una psichiatria difensiva supponendo come amplificata la formula della posizione di garanzia.
E' dunque importante una continua actio finium regundorum tra giustizia penale in fase esecutiva e quella psichiatrica implicata per statuto nella collaborazione per la realizzazione di percorsi di deistituzionalizzazione.

Convegno a Foggia 28 e 29 gennaio 2014

Foggia 28/29  gennaio 2014

“Guarire si Può”

Il Mondo della Salute Mentale.

 

Promuovere la cultura della guarigione e dell’auto-aiuto nella salute mentale.

Utenti, famiglie, operatori e servizi a confronto. Il Convegno - iniziativa di due giorni è promosso dalla Consulta Salute Mentale, con CGIL, Forum Salute Mentale, Metropoli, Museo Civico di Foggia DSM Asl Foggia, Ordine dei Medici; e con Regione Puglia, Provincia e Comune di Foggia

Mai più morire legati, il 4 Dicembre confronto sulle cattive pratiche nella Salute Mentale

Comunicato stampa

 

Mai più morire legati

confronto sulle cattive pratiche della salute mentale in Sardegna

 

Mercoledì 4 dicembre alle ore 18.00 nella sala convegni della Cgil, in Viale Monastir N°17, nell'ambito della campagna di sensibilizzazione “il Mese dei Diritti Umani” il Comitato Verità e Giustizia per il signor Giuseppe Casu e l'Asarp, organizzano un confronto sulle cattive pratiche della salute mentale in Sardegna. Verrà proiettato "La storia di Giuseppe Casu, Appunti per un montaggio " (Regia Francesca Ziccheddu)

 

Il Signor Giuseppe Casu è morto in un servizio pubblico ospedaliero (SPDC di Cagliari), mentre si trovava da 6 giorni legato, in un letto, mani e piedi.

Ad oggi, non risulta alcun colpevole per la morte di un uomo di 60 anni che entra sano in un ospedale pubblico che avrebbe dovuto tutelare la sua vita e la sua salute.
La contenzione non è un atto medico, ma è un'offesa alla dignità della persona che la subisce ed è sintomo di grave inefficacia ed inefficienza dei servizi che la adottano, come affermato all’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo “…nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani e degradanti…” La violazione dei diritti umani è questione che riguarda tutti i cittadini e tutte le organizzazioni, e richiede una precisa presa di posizione affinché nessuno possa più subire, in nessun luogo, trattamenti disumani e degradanti. E oggi si aggiunge anche la preoccupazione pensiero che i tempi della burocrazia possano precludere il ricorso alla cassazione.

Interverranno: La Camera del lavoro e la Funzione Pubblica della Cgil di Cagliari, Gisella Trincas - Presidente Associazione sarda per l'attuazione della riforma psichiatrica Francesca Ziccheddu - Comitato Verità e giustizia per Giuseppe Casu

Natascia Casu - figlia del signor Giuseppe Casu

 

cordiali saluti,

 

Natascia Casu

informazioni:

3288445249

Festival dei Matti 2013: Esìli, a Venezia 8, 9, 10 novembre incontri e spettacoli

Quasi sempre dannazione, ma talvolta anche vita che scansa una morte annunciata, l'esilio è comunque spiazzamento, interno o esterno, disancoraggio, perdita della dimensione domestica, dell'ovvio, dolore, rottura e appello.
Esilio è fratello, ma anche padre e figlio di follia, in una parentela mobile che può scomporre genealogie e costellazioni familiari, rovesciare i destini, riaprire alla speranza.
Parleremo di molti diversi esili  e delle molte e contrapposte storie che ne sono venute.

Ma soprattutto di quelle che potrebbero venirne.

www.festivaldeimatti.org

Brochure:
 
Spettacoli:

 

Dibattito Pubblico “Indagine su un’epidemia”. Cagliari, 8 novembre 2013

Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica

Sede legale, Cagliari Via Romagna c/o Cittadella della Salute pad. E

www.asarp.itass.asarp@tiscali.it

 

Venerdì 8 novembre, alle ore 16 e 30, a Cagliari presso la Sala Convegni dell’Hotel Regina Margherita (viale Regina Margherita), l’Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica, organizza un Dibattito Pubblico con la presentazione della ricerca di Robert Whitaker. Vista l’attualità e l’importanza del tema trattato è particolarmente gradita la partecipazione al Dibattito dei responsabili dei Dipartimenti,  dei Servizi territoriali ed ospedalieri e degli operatori della salute mentale; dei familiari e delle persone che vivono la condizione della sofferenza mentale; degli operatori dei servizi sociali comunali; delle Associazioni impegnate nel campo della salute mentale; dei cittadini sensibili al tema della salute mentale e dei diritti umani.

“Indagine su un’epidemia”
lo straordinario aumento delle disabilità psichiatrice nell’epoca del boom degli psicofarmaci

partecipa Giuseppe Tibaldi

psichiatra e coordinatore scientifico del Centro Studi e Ricerche in Psichiatria della ASL 2 di Torino curatore dell’edizione italiana della ricerca scientifica

 

Dalla presentazione dell’edizione italiana: “Se quello che ci è stato raccontato finora è vero, cioè che la psichiatria ha effettivamente fatto grandi progressi nell’identificare le cause biologiche dei disturbi mentali e nello sviluppare trattamenti efficaci per queste patologie, allora possiamo concludere che il rimodellamento delle nostre convinzioni sociali promosso dalla psichiatria è stato positivo. Ma se scopriamo che la storia è diversa – che le cause biologiche dei disturbi mentali sono ancora lontane dall’essere scoperte e che gli psicofarmaci stanno di fatto alimentando questa epidemia di gravi disabilità psichiatriche – cosa potremo dire di aver fatto? Avremo documentato una storia che dimostra quanto la nostra società sia stata ingannata e, forse, tradita.” “Il contenuto del libro di Robert Whitaker penetra, come un bisturi affilatissimo, nella carne viva dell’esperienza quotidiana dei professionisti della salute mentale e delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale (anche come familiari). Questo bisturi sembra in grado di aggredire – in modo efficace e salutare – alcune “cisti di opacità” che comprimono, limitandole, la capacità di agire e di pensare degli operatori psichiatrici come pure le richieste e le aspettative dei “pazienti” e dei familiari. L’ipertrofia della funzione del farmaco, rispetto alle altre dimensioni essenziali della relazione interpersonale e terapeutica, è sotto gli occhi di tutti. Fare in modo che il farmaco perda il suo alone (pseudoscientifico) di onnipotenza e torni a essere semplicemente utile, per un periodo di tempo circoscritto, è un obiettivo qualificante per tutta la psichiatria di comunità italiana. Essa è stata consapevole – soprattutto all’inizio – che il pieno esercizio dei diritti di cittadinanza, compreso quello alla guarigione, non aveva nulla a che fare con i recettori della serotonina o della dopamina.”

La Presidente, Gisella Trincas

 

evento su Facebook su ondecortenews

per info: 3381597287 - 3207721343

Psichiatra uccisa a Bari

  • Fp Cgil nazionale: Psichiatra uccisa a Bari: poca sicurezza figlia di tagli e abbandono. di Cecilia Taranto, Massimo Cozza
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  • Sulla morte della dottoressa Paola Labriola. di Emilio Lupo segretario nazionale Psichiatria Democratica
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  • Bari quanta tristezza di Peppe Dell’Acqua
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  • La costernazione della consulta salute mentale di Foggia. di Claudia Cignarella
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  • Girolamo Diglio, presidente UNASAM, sulla tragedia di Bari
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  • CGIL e FP CGIL Puglia intervengono sulla tragica morte della psichiatra Paola Labriola
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  • Un passo avanti per Paola.di Giovanna Del Giudice
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