Contatti webmaster : Claudio Cervellini |
|
OPG maltrattamentiGiuseppe Casu: non si può morire legati. Comunicato ASARP - Natascia Casu e Gisella TrincasA.S.A.R.P
Associazione Sarda per l’Attuazione della Riforma Psichiatrica
Comitato Verità e Giustizia per Giuseppe Casu
COMUNICATO STAMPA
Esprimiamo sconcerto e preoccupazione per l’esito del processo d’appello sulla vicenda del Signor Giuseppe Casu.
Il Signor Giuseppe Casu è morto in un servizio pubblico ospedaliero (SPDC di Cagliari), mentre si trovava da 6 giorni legato, in un letto, mani e piedi.
Ad oggi, non risulta alcun colpevole per la morte di un uomo di 60 anni che entra sano in un ospedale pubblico che avrebbe dovuto tutelare la sua vita e la sua salute.
La contenzione non è un atto medico, come recita l’art. 1 della Legge 180/78 “…possono essere disposti dall’autorità sanitaria accertamenti e trattamenti sanitari obbligatori nel rispetto della dignità della persona e dei diritti civili e politici garantiti dalla Costituzione…”
La contenzione è una offesa alla dignità della persona che la subisce ed è sintomo di grave inefficacia ed inefficienza dei servizi che la adottano, come affermato all’art. 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell’ Uomo “…nessuno può essere sottoposto a tortura né a pene o trattamenti inumani e degradanti…”
Noi non siamo giudici, siamo cittadini che usano o potranno usare i servizi di salute mentale e in questa veste un giudizio lo abbiamo emesso da tempo.
La città di Cagliari, e le sue istituzioni, non possono non interrogarsi su tali vicende, non possono ignorare la morte di un uomo in condizioni inumane.
La famiglia Casu continuerà a percorrere la strada giudiziaria, fino alla Cassazione e successivamente alla Corte Europea dei diritti dell’Uomo. Si chiederà inoltre una audizione alla Commissione “Diritti Umani” del Senato.
La violazione dei diritti umani è questione che riguarda tutti i cittadini e tutte le organizzazioni, e richiede una precisa presa di posizione affinché nessuno possa più subire, in nessun luogo, trattamenti disumani e degradanti.
Cagliari 23 settembre 2013
Il Comitato Verità e Giustizia: Natascia Casu
A.S.A.R.P: Gisella Trincas
Un altro suicidio nell'Opg di Aversa.Un'altra morte silenziosa che sembra non scuotere le coscienze. Ci segnalano che la notte del 3 agosto Gilberto, uno degli attuali centosessanta internati, si è suicidato impiccandosi con una striscia di lenzuolo alle sbarre della sua cella. Era stato arrestato per una rapina, ma le sue condizioni psichiche al momento del reato avevano fatto si che il Magistrato ordinasse un periodo di internamento nella struttura di Aversa. Gilberto era una bella persona. Gilberto aveva partecipato al teatro-laboratorio e aveva portato in scena la solitudine e la malinconia dell’Opg. Gilberto stava aspettando di andare in comunità , ma questa possibilità tardava a verificarsi. E allora Gilberto non ce l'ha fatta più e si è liberato da solo, mettendo fine alla sua pericolosità sociale. Interrogazione parlamentare dell’onorevole Luisa BOSSA sulla morte di Francesco MastrogiovanniFrancesco Mastrogiovanni, ricoverato nella struttura sanitaria con un TSO (trattamento sanitario obbligatorio) e lì deceduto dopo ottanta ore passate legato ad un lettino. ALTRA MORTE ALL’OPG DI BARCELLONA, StopOPG Sicilia: “SI ACCELERI PERCORSO CHIUSURA”“L’ ennesima morte, a distanza di pochi giorni dall’ ultima, nell’ ospedale pschiatrico giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto conferma una situazione insostenibile che va subito affrontata accelerando il percorso che deve portare alla chiusura di questa struttura”: lo dice Elvira Morana, del Comitato StopOpg, a proposito del decesso di un internato nell’Opg della citta’ del messinese. “ Su questa morte- aggiunge Morana- chiediamo sia fatta chiarezza. Sollecitiamo inoltre- prosegue- l’immediato ripristino di condizioni di civilta’, cosa che significa piani di cura individualizzati in contesti del tutto diversi dagli Opg, che, come e’ ampiamente dimostrato, non fanno altro che aggravare la condizione delle persone fino alla morte”. Un altro internato suicida all’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Barcellona Pozzo di Gotto
Comunicato stampa - 2 luglio 2012 A Barcellona Pozzo di Gotto si è consumata l'ennesima tragedia all’interno di un Ospedale Psichiatrico Giudiziario: un internato (vengono chiamate proprio così le persone richiuse) si è impiccato. Si aggiorna così il triste bollettino dei suicidi negli OPG italiani. L’uomo, nonostante potesse rientrare tra le persone che anche l’ultima legge sugli OPG (la n. 9 del 2012) dichiara “dimissibili senza indugio”, aveva subìto due proroghe della misura di sicurezza. In molti casi ciò accade quando la Magistratura di sorveglianza non riceve una proposta di reinserimento da parte dell’Asl di appartenenza. Così anziché essere liberato e assistito, com’era suo diritto, quell’uomo è rimasto rinchiuso fino alla morte. E allora innanzitutto bisogna accertare perché sono state disposte ben due proroghe. StopOPG denuncia i ritardi con cui si procede nella chiusura degli OPG e nella costruzione di percorsi davvero alternativi: in particolare bisogna che le Asl (Dipartimenti di Salute Mentale) organizzino la presa in carico delle persone internate, anche per consentirne le dimissioni dentro progetti terapeutico riabilitativi individuali. E per questo è inconcepibile che non sia ancora avvenuto il riparto tra le regioni dei finanziamenti che proprio a questo scopo l’ultima legge aveva stanziato (38 milioni disponibili già nel 2012 e 55 milioni dal 2013). Gli Opg si confermano luoghi di morte, di sofferenza e di privazioni: non è più possibile rinviare interventi risolutivi. Elvira Morana (p. stopOPG Sicilia) Stefano Cecconi (p. stopOPG nazionale) Interrogazione parlamentare della deputata on. Luisa Bossa sull'Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Aversa e sulla chiusura degli OPGInterrogazione a risposta in commissione Per sapere, premesso che: Lo scorso sette giugno, un internato nell'Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa, nel Casertano, è stato ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Sebastiano con gravi ustioni su tutto il corpo; L'uomo è internato nel reparto otto bis dell'Opg di Aversa e, per motivi in corso di accertamento, è stato aggredito dai compagni di stanza che, dopo averlo picchiato, gli avrebbero dato fuoco usando una bomboletta di gas; Le sue condizioni sarebbero gravi e riaprono con forza una discussione sulle condizioni di queste strutture che dovrebbero essere di cura ma sono state trasformare in luoghi di terribile reclusione; nei giorni scorsi, presso l’Opg di Aversa, si è recato in visita un consigliere regionale della Campania, unitamente ad una troupe televisiva; è stato documentato uno stato di totale degrado e di abbandono; La maggior parte delle persone che si trovano nell’Opg di Aversa hanno commesso piccoli reati: maltrattamenti violenti, estorsioni in famiglia, violenza a pubblico ufficiale; i reclusi arrivano con una misura temporanea di sicurezza che ha una durata minima di sei mesi, ma che in teoria può anche non finire mai, visto che mancano programmi di sostegno alle famiglie e piani di cura presso i Dipartimenti di salute mentale; la mancanza di personale, l’assenza di piani di cura personalizzati, le condizioni di degrado hanno trasformato di fatto l’Ospedale psichiatrico giudiziario di Aversa in una struttura di pura reclusione, senza alcun aspetto sanitario, di brutale internamento che non dà speranze, progetti, prospettive, e si traduce in una riedizione moderna dei vecchi manicomi; l’articolo 3 ter della legge n. 9 del 17 febbraio 2012 fissa al primo febbraio 2013 il termine per il completamento del processo di superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari (OPG) in applicazione delle norme già esistenti; entro tale data, le regioni devono organizzare e disciplinare il superamento degli Opg, attraverso le aziende sanitarie, con la presa in carico da parte dei dipartimenti di salute mentale dei soggetti attualmente presenti negli Opg; dal Ministro se è a conoscenza della drammatica situazione dell’Opg di Aversa (Caserta) e cosa il Governo intenda fare perché sia rispettato lo spirito della norma che ha voluto creare, negli Ospedali psichiatrici giudiziari, luoghi di cura e non solo di reclusione; quali iniziative si stanno assumendo per verificare che le Regioni realizzino, senza indugio, la riforma che chiude gli Opg per garantire una presa in carico dei malati dai Dipartimenti di salute mentale, in modo da assicurare quel diritto alla cura, e al reinserimento sociale, fissato dalla Costituzione e dalla normativa vigente. Il carcere manicomio. Le carceri in Italia tra violenza, pietà, affari e camicie di forza.di Salvatore Verde - Casa editrice SENSIBILI ALLE FOGLIE Un internato dell'Opg di Aversa racconta: "ho visto cose inaudite". Testimonianza audio.da www.redattoresociale.it |
|