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Approvati dalle Commissioni Giustizia e Sanità del Senato importanti emendamenti al decreto-legge 52/2014 sul superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari

Una breve sintesi

Gli emendamenti approvati migliorano le norme sul superamento degli OPG. Ora bisogna insistere: le Regioni devono impegnarsi per superare gli OPG senza riprodurre la logica manicomiale che si avrebbe con il proliferare delle Rems (che a questo punto possono e devono diventare quantomeno “residuali”).

Cosa prevedono gli emendamenti:

Le Regioni (tramite le Asl e i loro Servizi di salute mentale) devono presentare, entro giugno 2014, i programmi individualizzati di dimissione dagli Opg, per renderle effettivamente possibili.

  • D’ora in avanti la misura di sicurezza provvisoria non può essere disposta in Opg, mentre oggi costituisce una quota rilevante degli internamenti “impropri”.
  • Indicazione ai magistrati (anche di sorveglianza) di disporre di norma l’esecuzione di misura di sicurezza alternativa all’internamento in OPG, la sola mancanza di programmi terapeutico riabilitativi individuali o la precarietà dello condizioni di vita non costituisce elemento idoneo a supportare il giudizio di pericolosità sociale: cioè non può esserci internamento perché i servizi sociosanitari non prendono in carico il malato.
  • Il baricentro degli interventi per superare gli OPG inizia finalmente a spostarsi sulle “misure alternative” (come prevedono le sentenze della Corte Costituzionale) e sui progetti di cura e riabilitazione per le persone anziché sui miniOpg (le Rems). E perciò un apposito emendamento dispone che le regioni possono modificare i programmi presentati in precedenza (sarebbe meglio dire “devono”): per destinare i finanziamenti alla riqualificazione dei DSM e contenere il numero complessivo di posti letto nelle Rems (con risorse solo per strutture pubbliche). Sono poi previsti corsi di formazione per gli operatori del settore (per i quali però bisogna disporre con chiarezza che non svolgono funzioni di custodia). Inoltre, il rispetto delle impegni per il superamento degli OPG vale come adempimento sul rispetto dei LEA, quindi serve anche per premi e sanzioni. Forse si può tentare di più, magari ponendo anche un termine alle proroghe della misura di sicurezza, causa dei famigerati “ergastoli bianchi”.
  • Infine è prevista l’attivazione del Tavolo per il superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari, che relaziona al Parlamento ogni 3 mesi.

 

Certo sappiamo che resta da modificare il Codice Penale per abolire l’OPG e la logica del “doppio binario”, che separa il destino degli autori di reato “folli” da quello dei “sani”, come accadeva al tempo dei manicomi. Tuttavia, se ora la legge verrà approvata in aula al Senato (e poi alla Camera), potremo pensare che veramente nel 2015 si chiuderanno gli Opg, scandalo per un paese appena civile, senza la loro regionalizzazione (tramite le Rems) e che il numero delle persone internate potrà essere ridotto ad un numero esiguo.

C’è naturalmente un grande lavoro da fare, nel solco della legge 180, per dare forza ai servizi socio sanitari e di salute mentale, non dimenticando la situazione spesso drammatica dei detenuti in carcere. Anche per questo sarebbe utile prevedere la stipula di protocolli di collaborazione Regioni/Magistratura per facilitare l’attuazione delle norme.

La pagina web del Senato con gli ordini del giorno e gli emendamenti: c’è scritto quali sono stati approvati

p. stopOPG
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice

La XII Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato all’unanimità un’importante risoluzione, che impegna il Governo a rendere “più forti” le norme sul superamento degli OPG.

La XII Commissione Igiene e Sanità del Senato ha approvato all’unanimità un’importante risoluzione, che impegna il Governo a rendere “più forti” le norme sul superamento degli OPG.

Avevamo chiesto che dopo il Decreto di proroga della chiusura degli OPG il Parlamento stabilisse norme più stringenti nella conversione in legge della proroga . Questo è un primo importante segnale.

Riportiamo i principali impegni che la risoluzione del Senato assegna al Governo

 

ALLEGATI:

  1. Commento alla Risoluzione
  2. La Risoluzione della XII Commissione del Senato sugli OPG

 

 


 

Commento del Comitato StopOPG

La XII Commissione Igiene e Sanità del Senato - Affare assegnato 234” (ndR: relativo agli OPG) - ha approvato all’unanimità un’importante Risoluzione, che impegna il Governo a rendere “più forti” le norme sul superamento degli OPG.

Avevamo chiesto che dopo il Decreto di proroga della chiusura degli OPG il Parlamento stabilisse norme più stringenti nella conversione in legge della proroga . Questo è un primo importante segnale.

Riportiamo i principali impegni che la risoluzione del Senato assegna al Governo:

  • PROROGA: disporre che il termine per la chiusura definitiva degli OPG sia prorogato non oltre la data ultimativa del 1° aprile  2015.
  • DIMISSIONI: disporre che entro il 15 giugno 2014 le Regioni trasmettono al Ministero Salute e all’Autorità Giudiziaria i Programmi individualizzati di dimissione (degli internati al 31.3.2014), documentando puntualmente le ragioni che dovessero sostenere invece il ricovero in Opg (definito comunque come: eccezionale e transitorio). Questa disposizione è oggetto di verifica al tavolo degli adempimenti LEA (N.d.R.: quindi anche per premi e sanzioni alle Regioni).
  • RICONVERSIONE PROGRAMMI REMS/FONDI CONTO CAPITALE: disporre che entro il 15 giugno 2014 le Regioni possano rimodulare i programmi per l’utilizzo dei fondi in conto capitale, per riqualificare i Dipartimenti di Salute Mentale, limitare i posti letto nelle REMS, evitare ristrutturazione/realizzazione di strutture private.
  • SBOCCARE RISORSE CORRENTI: Accelerare l’assegnazione alle regioni delle risorse di parte corrente (N.d.R.: 38 milioni 2012 e 55 milioni all’anno dal 2013 in poi), che è fondamentale per la formazione e il reclutamento del personale dei servizi di salute mentale.
  • DURATA MASSIMA PERMANENZA NELLE REMS: introdurre una disposizione volta a fissare la durata massima della permanenza nelle REMS dei soggetti che siano giudicati pericolosi socialmente (N.d.R.: ciò vale per i futuri internati e non per gli attuali. Importante: perché indirettamente fissa un termine alla Misura di Sicurezza, e indebolisce la possibilità di proroga).
  • VIETATO RICOVERO PROVVISORIO E MISURA DI SICUREZZA PROVVISORIA IN REMS: vietare esplicitamente che nelle REMS possa aver luogo il ricovero provvisorio o l’applicazione provvisoria delle misure di sicurezza ai sensi dell’articolo 206 del Codice penale e secondo il procedimento di cui agli articoli 312 e 313 del Codice di procedura penale
  • COMMISSARIAMENTO REGIONI: nel caso in cui alla scadenza del termine del 1° aprile 2015 risultino ancora persone ricoverate negli OPG, il Governo, … provveda in via sostitutiva al fine di assicurare il superamento definitivo degli OPG;
  • CABINA REGIA SUPERAMENTO OPG: istituire una cabina di regia in cui siano rappresentate tutte le istituzioni coinvolte nel processo di superamento degli OPG, con funzioni di monitoraggio, stimolo e coordinamento, e con obbligo di periodica relazione al Parlamento.

Bisogna che gli impegni si traducano in norme certe e restano da “perfezionare” anche alcune parti del Decreto Legge 52/2014 di proroga (es. Protocolli d’intesa Regioni/Magistratura per favorire l’esecuzione di misure di sicurezza alternative a OPG (e Rems) previste all’articolo 1).

 

3 aprile 2014 - A cura di: Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice, Peppe Dell’Acqua, Denise Amerini

 

 

 

 

OPG chiusura rinviata con decreto: si protrae sofferenza, il Parlamento stabilisca norme più stringenti nella conversione in legge della proroga.

Comunicato stampa stopOPG

 

Roma, 1 aprile 2013.
Il primo aprile scadeva il termine fissato dalla legge per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari e invece, come previsto, il Governo ha approvato un decreto di proroga per un altro anno. Si protrae così la grande sofferenza per  le persone, quasi  mille, ancora internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale, definiti dal Presidente della Repubblica Napolitano strutture indegne per un Paese civile.

Avevamo detto che non era accettabile una proroga senza fissare precisi vincoli. In questo senso il nuovo decreto contiene due importanti novità: 1) tra sei mesi “commissariamento”per le regioni inadempienti 2) dovere del Giudice (anche di sorveglianza) di verificare se in luogo del ricovero in un OPG può essere adottata nei confronti dell’infermo di mente una diversa misura di sicurezza. Bisognerà capire quanto queste norme siano effettivamente “vincolanti”, ma, indubbiamente, si tratta di primi passi nella direzione auspicata. Anche se non bastano.

Ora lavoreremo in sede di conversione del decreto in legge per introdurre disposizioni più stringenti (es. obbligo dei progetti di cura e riabilitazione individuali), che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione, che, insieme al non invio in Opg delle misure di sicurezza provvisorie, possono davvero “svuotare” l’Opg. Ciò vuol dire far diventare le REMS - i cosiddetti “mini Opg” regionali previsti dalla legge - “inutili” o quantomeno residuali. Per questo i finanziamenti destinati alla chiusura degli OPG vanno utilizzati subito per potenziare i servizi di salute mentale; ciò vale non solo per gli internati ma per tutti i cittadini, per rendere a pieno titolo efficace la Legge 180. Da ultimo deve essere fissato un termine alla misura di sicurezza, per porre fine ai tanti “ergastoli bianchi”.

Sappiamo che per abolire l’Opg, e fermare nuovi internamenti, bisogna cambiare il codice Rocco. A maggior ragione è importante che intanto il decreto riporti l’attuale processo di superamento degli Opg “nella carreggiata” della Legge 180, che chiudendo i manicomi ha tracciato la strada per restituire diritti e cittadinanza.

p. stopOPG nazionale

Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice

  sul Decreto di proroga   

 

DOCUMENTI

 

RASSEGNA STAMPA

   

 

 

Roma, 27 3 2014. StopOPG al Senato: intervento di Stefano Cecconi

 

Ringrazio la Presidente senatrice De Biasi, e i componenti della Commissione Igiene e Sanità del Senato, per aver organizzato questo seminario, su un argomento difficile per la politica, e che anzi possiamo definire scabroso.

Siamo ad un bivio decisivo: il primo aprile scadrà il termine fissato dalla legge per la chiusura degli ospedali psichiatrici giudiziari. Ma le Regioni, responsabili dell'assistenza sanitaria alle persone internate, non sono ancora pronte, nonostante le proroghe già concesse. E infatti il Governo ha già annunciato un nuovo decreto di proroga. Si protrae così la grande sofferenza per gli internati nei sei Opg presenti sul territorio nazionale, definiti dal Presidente della Repubblica Napolitano strutture indegne per un Paese civile.

I ritardi nella chiusura degli OPG sono dovuti ad un errore che era insito nella legge 9/2012 ma che è stato accentuato da un’interpretazione riduttiva delle norme: tutta l’attenzione si è concentrata sulla costruzione delle REMS come “sostituzione” dell’OPG. Ma l’OPG non si supera con dei “mini OPG” regionali, quali sono le Rems ! Si supera costruendo percorsi di cura e di riabilitazione che svuotino l’OPG e impediscano nuovi internamenti (in Opg e in Rems).

Per questo vi dico che non è accettabile una proroga senza fissare precisi vincoli.

Se il decreto si farà, deve contenere disposizioni stringenti, che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione. E disposizioni chiare per bloccare gli ingressi impropri in Opg (ad es. misura di sicurezza provvisoria) e porre fine alle proroghe, dovute in gran parte non alla pericolosità della persona ma all’incuria delle istituzioni che dovrebbero farsi carico dell’assistenza. Ciò è possibile anche fissando un termine alla misura di sicurezza: non può essere superiore alla durata della “corrispondente” pena detentiva. Oggi non è così e lo provano appunto le ripetute proroghe della misura, che conducono fino agli “ergastoli bianchi”.

Per prima il decreto deve creare una cabina di regia tra istituzioni (Ministeri della Salute e della Giustiza, Regioni), per guidare il superamento degli Opg e far scattare le funzioni commissariali. Quindi, come previsto dalle norme e dalle sentenze della Corte Costituzionale, permettere le dimissioni di gran parte degli attuali internati e prevenire futuri internamenti: con l’utilizzo di comunità, residenze, alloggi protetti, ecc, che garantiscono le cure necessarie e che permettono il recupero. Per questo il decreto deve “imporre” a tutte le regioni (Asl e Dipartimenti di Salute Mentale) la presentazione dei Progetti terapeutico riabilitativi individuali PTRI, già previsti dalla legge ma non obbligatori. Sono questi Progetti che permettono alla Magistratura di optare per misure alternative alla detenzione. Per questa operazione vanno utilizzati i finanziamenti destinati alla chiusura degli OPG, portarla a termine vuol dire potenziare i servizi di salute mentale per tutti i cittadini, non solo per gli internati. Ciò significa far diventare le REMS – i cosiddetti “mini Opg” regionali previsti dalla legge 9/2012 - “inutili” o quantomeno residuali e transitorie. Qui infatti sta uno degli errori alla base del ritardo: Governo e Regioni hanno interpretato il superamento degli OPG come mera regionalizzazione degli stessi. Con un dato paradossale: nelle REMS programmate in tutte le regioni sono previsti mille posti, più degli attuali internati ! (sono 894 secondo il DAP). Il decreto deve cambiare questa impostazione, anche per scongiurare che il personale sanitario sia adibito a funzioni di custodia anziché di cura.

Infine, sappiamo che è indispensabile una modifica sostanziale del Codice Rocco. Altrimenti resta “aperto il rubinetto” che alimenta gli Opg, mantenendo separati i destini dei “folli” da quelli dei “sani”, secondo la logica manicomiale. Chi commette un reato deve essere giudicato, scontare una pena se colpevole, e se ha bisogno di cure essere assegnato ad un “luogo” adatto, sapendo bene che né carcere né manicomio sono luoghi di cura.

Non possiamo però attendere la modifica dei Codici, il decreto intanto deve riportare l’attuale processo di superamento degli Opg “nella carreggiata della legge 180”. Nella strada segnata da Franco Basaglia, quando Marco Cavallo sfondando il primo muro del manicomio di Trieste iniziò a restituire cittadinanza a migliaia di uomini e di donne.

Stefano Cecconi

stopOPG al Senato: report del seminario “Impegni per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Per non sprecare una occasione di crescita civile del Paese"

 

© Archivio fotografico, Senato della Repubblica

 

 

il Report dell'iniziativa

Il seminario, organizzato il 27 marzo 2014 alle ore 13:30 a Roma (Sala Zuccari via della Dogana vecchia, 29), dalla Commissione Igiene e Sanità del Senato presieduta da Emilia Grazia De Biasi, si è aperto con gli interventi del Presidente del Senato Pietro Grasso e del Sindaco di Roma Ignazio Marino

Durante i lavori sono intervenuti per il comitato stopOPG, tra gli altri: Peppe Dell’Acqua, Federico Scarpa, Girolamo Digilio e don Pippo Insana. Nella tavola rotonda presieduta dalla senatrice De Biasi, con il Vice Ministro della Giustizia Costa, il sottosegretario alla Salute Vito De Filippo e l’Assessore Carlo Lusenti in rappresentanza delle Regioni, è intervenuto per stopOPG Stefano Cecconi
Alla presidenza del Seminario: i Vice Presidenti della XII Commissione senatori Maurizio Romani e Maria Rizzotti, e la senatrice Nerina Dirindin.
Straordinaria l’interpretazione che l’attore Danilo Carlo Nigrelli ha fatto de “Il Dialogo di Marco Cavallo e il Drago con gli Internati di Montelupo…”
Nell’occasione stopOPG ha presentato il documento "Le proposte: NO a proroghe senza vincoli, per l’ effettivo superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e il rafforzamento dei servizi di salute mentale"

Al Seminario erano presenti Rappresentanti delle Associazioni componenti il Comitato stopOPG nazionale:
Antigone: Patrizio Gonnella
A Buon Diritto: Grazia Serra, Valentina Calderone
Ass. Casa Accoglienza Barcellona P.diG.: Don Pippo Insana
CGIL: Stefano Cecconi, Nicola Marongiu, Claudio Cervellini
Cittadinanzattiva: Francesca Moccia, Adriano Amadei
CNV Giustizia: Don Sandro Spriano
Fondazione Basaglia: Maria Grazia Giannichedda
Forum Droghe: Giorgio Bignami
Forum Salute Mentale: Peppe Dell’Acqua, Federico Scarpa, Anita Eusebi
Forum Nazionale per il diritto alla salute delle persone private della libertà: Vincenzo Saulino
FP CGIL: Cecilia Taranto, Denise Amerini
FP CGIL Medici: Massimo Cozza
LegaCoop Sociali: Gianluigi Bettoli
Unasam: Girolamo Digilio

Inoltre erano presenti rappresentanti dei Comitati stopOPG regionali di: Piemonte,  Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Abruzzo, Campania, Puglia, Calabria, Sicilia, Sardegna

 

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Gli Interventi

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la Rassegna Stampa

I Materiali

 

                          

   

 

 

Gisella Trincas eletta Presidente UNASAM

Comunicato stampa

 

Prosegue l’impegno delle associazioni dei familiari che lottano per il pieno riconoscimento della dignità e del diritto alla guarigione per le persone con sofferenza mentale

 

Gisella Trincas, presidente dell'associazione sarda per l'attuazione della riforma psichiatrica è stata eletta presidente UNASAM, L'Unione Nazionale delle Associazioni per la Salute Mentale. L’Assemblea dei Soci dell’UNASAM ha eletto il nuovo consiglio direttivo confermando Antonella Barbagallo Vice Presidente e  Giancarlo Castagnoli Tesoriere e Segretario. I componenti del nuovo consiglio direttivo nazionale sono Alessandro Sirolli, Pasqualino Cirino, Anna Maria De Angelis, Nicola Scola, Roberto Pezzano, Valerio Canzian, Carmela Azzano e Cosimo Venerito. I Presidenti Onorari sono Ernesto Muggia e Girolamo Digilio.

 

L’assemblea dell’Unasam denuncia la costante violazione dei diritti umani delle persone che vivono l’esperienza della sofferenza mentale e invita il mondo della politica a considerare la salute mentale come bene primario da tutelare. Unasam sollecita il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e di tutti i luoghi di internamento. Obbiettivo principale dell’Unasam è il riconoscimento alle persone della propria dignità, libertà, e del diritto a guarire e vivere come tutti nella società. L'Unasam non vuole nuove leggi, ma l’applicazione urgente delle buone leggi che in Italia sono state fatte.

 

Bologna, Venerdì 7 Marzo 2014.

G.U. 25-1-2014 : Progetto regionale Lombardia. Comunicati stampa Camera penale e Partito Democratico Milano

Comunicato stampa

Comunicato della Camera Penale di Milano e  il comunicato stampa del Gruppo Consiliare Partito Democratico del Comune di Milano (a firma Alessandro Giungi Presidente della Sottocommissione Carceri e Mirko Mazzali Vice Presidente della Sottocommissione Carceri), relativi alla pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 25 febbraio 2014 del decreto del 14 gennaio 2014 con il quale il Ministero della salute ha approvato il progetto regionale della Lombardia di costruzione di 4 strutture (Rems) che andranno a sostituire l'attuale Ospedale psichiatrico giudiziario.

 

StopOPG: NO a proroghe senza vincoli: proposte per l’ effettivo superamento degli OPG e il rafforzamento dei servizi di salute mentale

 

Per continuare il confronto che abbiamo aperto con il Ministero della Salute, della Giustizia e con il Parlamento, dopo gli incontri avvenuti a novembre e a dicembre 2013, crediamo utile avanzare alcune proposte. Come è noto, la Conferenza delle Regioni ha proposto un emendamento alla legge "milleproroghe" con cui chiede di rinviare al 1 aprile del 2017 la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari. Peraltro nella stessa Relazione al Parlamento sugli OPG dei Ministri della Salute e della Giustizia si scriveva apertamente della necessità di una simile proroga. La motivazione alla base della richiesta di proroga “di almeno quattro anni” è la necessità di tempi ulteriori “per avviare le procedure di gara per la scelta del progettista e dell’impresa esecutrice dei lavori” per la costruzione delle Residenze per l’esecuzione della misura di sicurezza  ( REMS).

Ribadiamo che rinviare ancora una volta la chiusura degli OPG - luoghi "indegni per un paese civile", come li ha definiti il Presidente Napolitano - è grave in sé, ma riteniamo sia intollerabile con una simile motivazione, che interpreta il superamento degli OPG come mera regionalizzazione degli stessi, e quindi come questione di “lavori pubblici”, innanzi tutto.  Con un dato paradossale: nelle REMS programmate dalle Regioni sono previsti mille posti, più degli attuali internati in OPG dato che la mobilitazione degli ultimi anni ha invertito il trend di crescita degli internamenti e ridotto a 836 il numero di persone attualmente in OPG.  Non era evidentemente questo lo “spirito” delle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e del 2004 né quello delle norme “originarie” per il superamento degli OPG, a partire dal DPCM del 2008. Atti ispirati ai principi introdotti nell’ordinamento dalla Legge 180 e dalla Riforma sanitaria, che dovevano finalmente, dopo la chiusura dei manicomi civili, interessare quelli giudiziari.

Ecco perché una ulteriore proroga della chiusura degli Opg è inaccettabile senza introdurre precisi vincoli di legge che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione, che frenino gli ingressi impropri (ad esempio gli invii in OPG come misura di sicurezza provvisoria ) e pongano fine alle proroghe della misura dovute in gran parte – ed è cosa nota - non alla pericolosità della persona ma all’incuria delle istituzioni che dovrebbero farsi carico di costruire un credibile progetto terapeutico riabilitativo individuale (PTRI). 

 

Cosa proponiamo di fare

Siamo convinti che la situazione attuale riproponga tre questioni che STOPOPG ha più volte evidenziato:

  1. Una vera e propria governance  del superamento degli OPG
  2. La modifica della Legge 9/2012 e della durata della misura di sicurezza detentiva
  3. Modifiche sostanziali del Codice Rocco

 

 

 1  E’ necessaria una vera e propria governance  del superamento degli OPG,

 in grado di stimolare e mettere in comunicazione i diversi attori interessati promovendo un loro agire non routinario.

Senza questa governance è fatale si verifichi ciò che abbiamo sotto gli occhi: il superamento dell’OPG derubricato a problema di lavori pubblici. Proponiamo perciò l’istituzione di una Autorità per il superamento degli Opg. A questa Autorità, composta paritariamente da rappresentanti dello Stato (Ministeri della Salute e della Giustizia) e delle Regioni e della Pubblica Amministrazione, va affidato il compito di accompagnare Regioni e ASL nel percorso di superamento degli OPG. Andrebbe inclusa tra le finalità di questo organismo la promozione di azioni quali la stipula di  protocolli di collaborazione tra Asl-DSM, Magistratura competente e DAP finalizzati: a garantire la consulenza, anche peritale, alla Magistratura da parte del DSM titolato a seguire la persona internata; alla presa in carico delle persone per il PTRI; a favorire le dimissioni e le misure alternative. Tali protocolli potrebbero assumere la forma di Accordi o di Intesa in Conferenza Unificata, o altre forme capaci comunque di introdurre pratiche virtuose nel funzionamento delle istituzioni.

L’Autorità per il superamento degli Opg vigila evidentemente sui tempi di attuazione del  superamento degli OPG, che vanno comunque fissati per legge con Intesa in Conferenza Unificata. Il Commissario (attualmente previsto al comma 9 della legge 9/2012) va individuato nell’ambito di tale Autorità.

 

 

 2  Sono necessari alcuni interventi di modifica della Legge 9/2012,

allo scopo di evitare che una sua rigida interpretazione si risolva in un indebolimento della normativa vigente (nota 1).
Occorre al contrario introdurre alcune disposizioni che a nostro avviso possono agevolare significativamente il conseguimento dell’obiettivo per cui pure la legge 9 è nata, ovvero il superamento dell’OPG.   In particolare, va modificato l’articolo  3 ter nei seguenti aspetti:

2.1. Il primo riguarda l’annoso e già citato problema della ampia quota di proroghe della misura di sicurezza dovute non alla pericolosità della persona ma all’incuria delle istituzioni che dovrebbero farsi carico di costruire un credibile progetto terapeutico riabilitativo individuale (PTRI).  I PTRI  devono essere resi obbligatori da disposizioni vincolanti che vanno introdotte nella legge, in modo da rendere più chiaro e cogente l’obbligo di presa in carico da parte delle Asl già previsto dal comma 6. Si deve disporre quindi che i programmi regionali di cui al comma 6 prevedano la presentazione obbligatoria dei PTRI, da parte di  ogni Asl/Dsm, entro 3 mesi dall’avvio dell’eventuale proroga. Vale a dire che tutte le Regioni devono disporre entro maggio dell’elenco nominativo di tutte le persone “dimissibili” e che entro il 1 luglio 2014 i DSM/Asl  “allertati” dalla Regione devono produrre un PTRI dettagliato e immediatamente esecutivo (nota 2)
Ciò serve, evidentemente, per rendere applicabile il comma 4, laddove prevede che “le persone che hanno cessato di essere socialmente pericolose devono essere senza indugio dimesse” (cosa che invece continua a non accadere e non cessano così le proroghe dovute alla mancanza di presa in carico da parte dei servizi nel territorio). Analogamente si provvede privilegiando misure non detentive si provvede nei confronti delle persone che la legge dispone non siano più ricoverate in OPG (e nemmeno in Rems) ma destinate al carcere (nota 3). Non possiamo dimenticare che il diritto all’assistenza sanitaria da parte delle persone detenute resta un drammatico vuoto da colmare.

2.2 Va anche affrontato il problema della durata della misura di sicurezza detentiva. Riteniamo sia realistico e urgente introdurre una disposizione che stabilisca che la durata massima della misura non può essere superiore alla durata della pena detentiva per il reato per il quale la persona è stata condannata. Questo anche allo scopo di evitare che il reiterarsi inerziale delle proroghe possa realizzare detenzioni abnormi per reati di scarso o nullo allarme sociale, o addirittura il  già tristemente noto fenomeno degli “ergastoli bianchi”.

2.3. Cruciale il tema dell’utilizzo dei Finanziamenti per i Budget di Salute. Le risorse correnti (comma 7 art. 3 ter) sono assegnate dalla Regione ai Dipartimenti di Salute Mentale delle singole Aziende Sanitarie Locali per finanziare i PTRI, tramite i “Budget di Salute”. Per evitare di indebolire ulteriormente i Dipartimenti di salute mentale, è necessario modificare la distribuzione delle risorse. Si propone che le risorse in conto capitale (comma 6) siano destinate prevalentemente (almeno nella misura del 70%) per consentire la costruzione o la riconversione di strutture finalizzate all’esecuzione di misure non detentive alternative al ricovero in Opg (e alle Rems) o all'assegnazione in Casa di cura e custodia (ad esempio per l’alloggio assistito). E in via residuale per la riconversione/realizzazione delle strutture richiamate dal comma 2 (Rems). A questo scopo, anche in ragione dell’eventuale proroga, le Regioni hanno tutto il temo per concordare con il Ministero della Salute come aggiornare/adeguare i programmi presentati per riconvertire le Rems.

2.3. E’inoltre necessario intervenire sul tema del personale, precisando che il personale, del SSN o “convenzionato” con esso, che si occupa delle persone destinatarie di misura di sicurezza deve essere  adibito esclusivamente a funzioni assistenziali.

2.4. Ci pare anche necessario, allo scopo di orientare e favorire l’azione dell’Autorità per il superamento degli OPG, prevedere un sistema che potremmo definire di “premi e sanzioni” . Prevedendo che costituiscano adempimenti delle Regioni, anche ai fini di premi e sanzioni ( e di eventuale commissariamento) ad esempio il rispetto delle previsioni relative all’obbligo di assicurare  i PTRI con relativo Budget di Salute, per favorire misure alternative, dimissioni ecc.; la  presentazione al Ministero dell’aggiornamento dei  Programmi di utilizzo delle risorse correnti (comma 7) e in conto capitale (comma 6).

2.5. Si propone infine di introdurre una modifica al comma 8 bis, che preveda debba essere presentata ogni anno (fino a data da stabilirsi …) la relazione al Parlamento attualmente prevista  solo per 2013.

 

 3  La terza questione: la modifica del Codice Rocco su cui riteniamo si debba intervenire è assolutamente decisiva per abolire gli OPG: è la  modifica della legge penale in tema di misura di sicurezza. Senza modifiche sostanziali del Codice Rocco non è possibile evitare gli effetti perversi della logica del doppio binario, che separa il destino del “reo folle” dal "reo sano” o dal “reo affetto da altre malattie". Questo tema va inserito nell’agenda parlamentare.

 

 


 

nota 1 - Il comma 1 dell’articolo 3 ter legge 9/2012 così dispone: Il completamento del processo di superamento degli ospedali psichiatrici giudiziari già previsto dall’allegato C del decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 1° aprile 2008, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n. 126 del 30 maggio 2008, e dai conseguenti accordi sanciti dalla Conferenza unificata ai sensi dell’articolo 9 del decreto legislativo 28 agosto 1997, n. 281, nelle sedute del 20 novembre 2008, 26 novembre 2009 e 13 ottobre 2011, secondo le modalità previste dal citato decreto e dai successivi accordi è disciplinato ai sensi dei commi seguenti.
 

nota 2 - Le ASL devono inscrivere nel PAL un capitolo di spesa adeguato in modo che il DSM possa disporre di idoneo budget (es. fino a €  50.000 anno e fino a 3 anni per ogni internato in dimissione). il Ptri va gestito dal del DSM, con un’attenta regia e con una puntuale coprogettazione in caso di coinvolgimento di servizi del privato. Al meglio dovrebbero essere molteplici le compagini sociali e istituzionali che partecipano al progetto.

nota 3 - Ad esempio utilizzando Codice Procedura Penale Art. 286. Custodia cautelare in luogo di cura: Se la persona da sottoporre a custodia cautelare si trova in stato di infermità di mente che ne esclude o ne diminuisce grandemente la capacità di intendere o di volere, il giudice, in luogo della custodia in carcere, può disporre il ricovero provvisorio in idonea struttura del servizio psichiatrico ospedaliero, adottando i provvedimenti necessari per prevenire il pericolo di fuga. Il ricovero non può essere mantenuto quando risulta che l'imputato non è più infermo di mente.

 

Nerina Dirindin: "Inaccettabili ulteriori proroghe. Si acceleri su superamento definitivo"

Il tempo dell'attesa e' finito, occorre lavorare concretamente per l'effettivo e definitivo superamento degli OPG e il rafforzamento dei servizi di salute mentale

 

18 febbraio 2014. - "No ad una ulteriore proroga della chiusura degli OPG senza introdurre precisi vincoli di legge che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione", questa è l' appello unanime lanciato dai senatori del PD della commissione sanità del Senato e il comitato 'STOPG' al ministro della Salute e alle Regioni, in un incontro che si è svolto questa mattina a Palazzo Madama. 

 
"Il primo aprile scade il termine per il superamento degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari - ricorda la senatrice Nerina Dirindin, capogruppo PD in commissione Sanità - e ci troviamo ancora una volta di fronte all'ennesima richiesta di proroga, almeno 4 anni, da parte della Conferenza delle Regioni per la costruzione delle Residenze per l'esecuzione della misura di sicurezza (REMS). Consideriamo inaccettabile il rinvio e intollerabile la motivazione. Non si può derubricare il superamento degli OPG, luoghi indegni di un paese civile, a mera questione di 'lavori pubblici'. Si tratta di garantire il diritto alla salute mentale dei detenuti superando una logica manicomiale che rischia di compromettere la vita futura di molte persone.  
 
Vogliamo quindi sollecitare il Ministro e le Regioni a dare risposte concrete e urgenti per il superamento degli OPG. Per questo proponiamo l'istituzione di una Autorità dedicata composta dai rappresentanti dello Stato (Ministeri Salute e Giustizia), delle Regioni e della pubblica amministrazione che vigili sui tempi di attuazione,una vera e propria 'governance' che coinvolga tutti gli attori interessati. Sono necessari precisi vincoli di legge che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione, che frenino gli ingressi impropri e pongano fine alle proroghe detentive dovute, più che alla pericolosità della persona, all'incuria delle istituzioni che dovrebbero farsi carico di costruire un credibile progetto terapeutico riabilitativo individuale (PTRI).  
 
Il tempo dell'attesa e' finito, occorre lavorare concretamente per l'effettivo e definitivo superamento degli OPG e il rafforzamento dei servizi di salute mentale".
 
 
 

Le Regioni chiedono il rinvio al 2017 della chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari

COMUNICATO StopOPG

 

La Conferenza delle Regioni ha proposto un emendamento alla legge "milleproroghe" con cui chiede di rinviare al 1 aprile del 2017 la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari.

La motivazione ufficiale in sintesi: non sono pronte le REMS, i cosiddetti mini Opg regionali, le Residenze in cui eseguire le misure di sicurezza detentive (vedi http://www.regioni.it/home_art.php?id=838)

Rinviare ancora una volta  la chiusura degli OPG - luoghi "indegni per un paese civile", come li ha definiti il Presidente Napolitano - è grave in sé, ma riteniamo sia intollerabile con una simile motivazione.

Ribadiamo che il problema non è il ritardo nella costruzione delle REMS, quanto piuttosto  il fatto che così facendo la chiusura degli attuali OPG determinerebbe  solo la “regionalizzazione” degli stessi. Per di più nelle REMS programmate dalle regioni sono previsti mille posti, più degli attuali internati !

Pur convinti che senza modifiche del Codice Rocco, alla base della misura di sicurezza detentiva in OPG, non si possa affermare sconfitta la logica del doppio binario, che separa il destino del “folle reo” dai "sani" (come al tempo dei manicomi), sappiamo che oggi il problema va affrontato:

  • attraverso il rafforzamento di una cultura della responsabilità e della presa in carico delle persone internate, da  parte dei dipartimenti di salute mentale, insieme ad una aumento delle risorse verso gli stessi
  • attraverso l'applicazione da parte della magistratura delle sentenze della Corte Costituzionale del 2003 e 2004 che favoriscono le misere alternative all’internamento

Per questo stopOPG insiste nel chiedere lo spostamento del finanziamento della Legge 9/2012 e dell’attenzione dei programmi regionali a favore dei “percorsi terapeutico – riabilitativi” , che assicurino il diritto alle cure e al reinserimento sociale.

Questo significa orientare i finanziamenti verso i Dipartimenti di Salute Mentale nei budget di salute.

Ecco perché una ulteriore proroga della chiusura degli Opg è inaccettabile senza introdurre precisi vincoli di legge che favoriscano le dimissioni e le misure alternative alla detenzione e pongano fine alle proroghe delle misure di sicurezza spesso motivate dalla mancanza di presa in carico da parte dei servizi nel territorio.
 

P. StopOPG
Stefano Cecconi, Giovanna Del Giudice

Sul convegno di Perugia: “Tutela della salute mentale e responsabilità' penale degli operatori dopo la chiusura degli OPG”

di Francesco Maisto

Sintetiche annotazioni a margine del dibattito sulla relazione del dr. Ferrannini ( Per una cura responsabile dei pazienti autori di reato) e mia (Decisione di sorveglianza e responsabilità medica) al Seminario pubblico della Regione Umbria e dell'Università di Perugia su "Tutela della salute mentale e responsabilità penale degli operatori dopo la chiusura degli Ospedali psichiatrici giudiziari" il 17 gennaio 2014.
Seminario denso, molto seguito sia dai giuristi, dagli operatori della psichiatria del territorio, sia dagli operatori penitenziari.
Sono emerse con prepotenza due importanti questioni che rischiano di amplificare le posizioni critiche sulla chiusura degli Opg e/ o sulla conformazione delle "strutture" sostitutive".
In primo luogo, era prevedibile la riproposizione della contraddizione tra alleanza terapeutica, tipica del percorso volontario del paziente, ed induzione alla terapia del " reo- folle" per effetto di un provvedimento del Magistrato di Sorveglianza o del Tribunale di Sorveglianza, mentre non lo era la prospettata stretta relazione tra posizione di garanzia del medico e psichiatria difensiva.
In altri termini, taluni interventi amplificano la portata della sentenza della Corte di Cassazione (di "conferma") di condanna per i fatti di Imola, non solo estrapolando concetti astratti dalla narrazione dei fatti di quella Comunità, ma anche presentando quella decisione come un arresto giurisprudenziale in luogo delle tante sentenze della Cassazione di segno opposto. E questa rappresenta una prima circostanza idonea a mettere in guardia e sulla difensiva gli operatori.
In secondo luogo, viene distorto il significato complessivo e reale di alcune ordinanze del Magistrato di Sorveglianza di Firenze di revoca o di attenuazione della misura di sicurezza dell'opg. di Montelupo Fiorentino e contestuale "invio" del paziente al Servizio del territorio.
Quelle ordinanze si adeguano innanzitutto, al nuovo dettato normativo (pleonastico, ma rafforzativo) di revocare "senza indugio" la misura di sicurezza all'atto della cessazione della pericolosità sociale. E poi, con argomentazione sovrabbondante, al contempo inutile, discetta sulla posizione di garanzia del responsabile del Servizio.
Orbene, come e' noto, quel che conta è il dispositivo di qualsiasi provvedimento giurisdizionale e questi dispositivi non attribuiscono, come del resto non potrebbero, una posizione di garanzia ulteriore.
E così, il combinato disposto implementa una psichiatria difensiva supponendo come amplificata la formula della posizione di garanzia.
E' dunque importante una continua actio finium regundorum tra giustizia penale in fase esecutiva e quella psichiatrica implicata per statuto nella collaborazione per la realizzazione di percorsi di deistituzionalizzazione.

A Peppe Dell’Acqua il Premio Nonino 2014

Il 25 gennaio a Ronchi di Percoto (UD) la cerimonia di consegna dei premi

Nella motivazione che accompagna il conferimento del il Premio si legge: Psichiatra e scrittore ha combattuto sin dai primi tempi accanto a Franco Basaglia la lunga e perigliosa battaglia che ha portato, prima alla trasformazione e quindi alla chiusura degli ospedali psichiatrici, riforma fondamentale per la difesa di elementari diritti umani di persone per molto tempo ignorate o respinte nella loro sofferenza. Autore di numerosi testi sul disagio mentale che spaziano da rigorosi saggi scientifici a veri e propri racconti insieme documento clinico e romanzo di vite difficili.

Siamo orgogliosi e felici per il meritato riconoscimento ad un amico che ha dedicato la sua vita ad affermare diritti e dignità di persone sofferenti, e che oggi, tanto più dopo aver animato il recente Viaggio di Marco Cavallo con stopOPG, è impegnato a proseguire la sua battaglia nel Comitato per l’abolizione degli ospedali psichiatrici giudiziari.

p. il Comitato stopOPG
Stefano Cecconi, Denise Amerini

 

leggi ancora su: http://www.grappanonino.it/it/premio-nonino/


 

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