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StopOPG annuncia la campagna "un volto un nome"

campagn un volto un nomeStopOPG scrive al Presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, al Ministro della Salute Renato Balduzzi, alla Ministra della Giustizia Paola Severino e al Presidente Ignazio Marino (Commissione inchiesta sull'efficacia e sull'efficienza del SSN)  per annunciare la  campagna "UN VOLTO UN NOME": per sostenere la chiusura degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari e la "presa in carico" per l'assistenza e la cura delle persone, alternativa all'internamento in OPG.

Nell'occasione, StopOPG ha richiesto un incontro, in particolare sugli impegni assunti per il superamento degli OPG in attuazione dell' Accordo Stato Regioni Enti Locali, del 13 ottobre 2011, dichiarando da subito la piena disponibilità a collaborare, in piena autonomia e nel rispetto dei ruoli istituzionali.

Ora StopOPG procederà con le iniziative della campagna "un volto un nome" anche nelle singole regioni.

Opg, Regioni in ordine sparso.

Solo la Toscana ha centrato l’obiettivo di far uscire il 68% dei “dimettibili”
"Svuotare" gli OPG senza risorse è una chimera.

di Rivellini Gianfranco*

Sole 24 Ore Sanita' di martedì 22 novembre 2011, pagina 16

Il 27 settembre il Senato della Repubblica ha approvato la risoluzione n. 6, relativa agli ospedali psichiatrici giudiziari. Rappresenta il documento politico, sulla scorta dei risultati del lavoro svolto dalla cosiddetta "commissione Marino". Precede di qualche settimana l'accordo della Conferenza unificata, dal titolo «Integrazione agli indirizzi di carattere prioritario di cui all'allegato C del Dpcm 1 aprile 2008». Negli stessi giorni è stata stipulata l'intesa ministero Salute-ministero Giustizia, per la dimissione, entro marzo 2012, di 221 internati, ritenuti non più socialmente pericolosi. Si tratta di nomi e cognomi. Sono stati forniti nel mese di Così nelle diverse Regioni Fonte: Relazione sui dati forniti da Regioni e Pa, ministero della Salute e ministero della Giustizia, relativamente alle rispettive azioni, in attuazione dell'accordo in Conferenza unificata, del 26 novembre 2009 ottobre, anche grazie al pressing informale del gruppo di lavoro del senatore Marino. Sono le direzioni sanitarie dei sei Opg italiani ad avere fornito i nomi.

Lodevole l'intento, come lodevole fu la decisione della Conferenza unificata del 26 novembre 2009, quando fu prevista la dimissione di circa 300 soggetti al 31 dicembre 2010. Le Regioni in larga parte hanno lavorato. II risultato è stato solo parzialmente raggiunto. Lo certifica il documento «Relazione sui dati forniti da Regioni e Province autonome, ministero della Salute e ministero della Giustizia, relativamente alle rispettive azioni, in attuazione dell'accordo in Conferenza Unificata, del 26 novembre 2009» del settembre 2011. Questo report ha monitorato l'intervento interistituzionale, gennaio 2010-maggio 2011, su 543 «soggetti dimettibili». Risultato: sono stati dimessi 217 soggetti, pari al 39,9% (tabella n. 1).

 


regioni N.totale soggetti valutati (intero periodo) N.soggetti dimessi

dimessi

% sul totale soggetti valutati

N.ricoverati al 26 luglio 2011
Lombardia 48 45 93,75 224
Veneto 77 10 12,99 57
Friuli V.G. 16 6 37,5 7
Liguria 43 10 23,26 39
Emilia R. 20 18 90 62
Toscana 57 39 68,42 50
Umbria 15 7 46,67 7
Marche 25 7 28 12
Abruzzo 49 14 28,57 27
Campania 162 65 40,12 181
Calabria 56 3 5,36 40
TOTALE 543 217 39,96  

 

Fonte: Relazione sui dati forniti da Regioni e Pa, ministero della Salute e ministero della Giustizia, relativamente alle rispettive azioni, in attuazione dell’accordo in Conferenza unificata, del 26 novembre 2009

 

 

Alcune Regioni, tra cui la Lombardia e l'Emilia Romagna, hanno dimesso oltre il 90% dei "dimettibili". Ha fatto bene la Toscana con il 68%. Tutte le altre Regioni sono al di sotto del 50%.

Non è dato capire, a questo punto, cosa non ha funzionato. L'analisi è necessaria, altrimenti i 221 soggetti "dimettibili", richiesti dai ministri Palma e Fazio si ridurranno a meno della metà. A parere dello scrivente, che contribuisce da anni al dibattito sul superamento degli Opg, sono mancati sia il coordinamento di bacino, con la regia delle Regioni canofila, sia gli investimenti di natura economica e di natura tecnico-scientifica. In particolare sono mancate le risorse statali e regionali, da investire in percorsi territoriali, esclusivamente dedicati alla cura e riabilitazione di malati mentali che hanno commesso reati.

Qualcosa si è mosso.

La Regione Lombardia, tramite l'azienda ospedaliera di Mantova, ha inaugurato, alla presenza del presidente Fonnigoni, una struttura dedicata (38 posti letto) per le licenze finali esperimento e la libertà vigilata.

La Campania (Dsm Salerno) ha avviato le procedure pubbliche per una comunità dedicata alle donne in esecuzione penale esterna.

La Regione Emilia Romagna ha seguito la strada dell'integrato-ne pubblico-privato per la struttura di Sadurano in Romagna.

La Toscana, oltre alla pionieristica struttura "Le Querce", sembra avviata a replicare l'esperienza in altre Asl del suo territorio.

Va ricordato il Veneto, che nella casa circondariale di Verona, ha allestito (delibera fine 2010) alcuni posti dedicati all'osservazione psichiatrica, con ciò anticipando la recente decisione della Conferenza unificata di predispone in ciascuna Regione italiana almeno un centro psichiatrico dedicato alla gestione dei soggetti che tuttora sono in Opg, pari al 10% circa, senza essere destinatari di Misura di sicurezza (Mds).

Dunque, a guardare la mappa delle esperienze regionali avviate, si capisce anche perché solo poche Regioni abbiano centrato l'obiettivo di dimettere in percentuale significativa i cosiddetti "dimettibili".

Proprio sul concetto di "dimissibilità" è necessaria qualche considerazione. Gli psichiatri che da anni sono operativi nel settore, pochi davvero, sanno che il processo di dimissione dall'Opg è concretamente percorribile a condizione che siano soddisfatti quelli che gli esperti definiscono come indicatori interni e indicatori esterni di pericolosità sociale. Non basta il compenso clinico mantenuto in Opg, non basta una struttura alternativa all'Opg medesimo. Ovvero è necessario che il compenso clinico e comportamentale sia mantenuto in contesto di cura esterno, sulla base di un percorso in prova, da monitorare per non meno di 6-12 mesi. Per questo motivo la percentuale di soggetti a cui viene revocata "tout court" la Mds è trascurabile. Per questo motivo servono strutture esterne dedicate, in grado di gestire questi pazienti, con la necessaria competenza per impedire che ogni trasgressione degli obblighi imposti dal giudice in ambiente esterno si traduca automaticamente in un reingresso in Opg (articoli 231 e 232 Cp). Tanto più vero se si considerano i dati, dai quali si evince che, nonostante il numero totale di soggetti sia in decremento nel 2011 rispetto al 2008, ciò non di meno circa il 30% dei soggetti in Opg è in Mds provvisoria.

Dunque fornire liste di nomi, definiti come "soggetti dimissibili" rappresenta un esercizio culturalmente fragile, per quanto fortemente voluto da quello che oggi sembra essere un vasto "think tank", coagulato intorno al lavoro ineccepibile della commissione Marino.

Si vuole evidenziare che se è vero che gli Opg "carcerari" sono da superare, presto e definitivamente, è necessario tuttavia ragionare realisticamente sugli scenari alternativi. Perché è innegabile che i "folli rei" devono godere dei diritti costituzionalmente rilevanti, quale quello del diritto alle cure, ma ugualmente la società gode del diritto diffuso di pretendere una verifica dell'esito delle cure medesime. La garanzia non sta solo nel luogo di cura più appropriato, nella migliore organizzazione sanitaria possibile, ottimo fine a cui tendere, quanto piuttosto nella verifica, di cui resta garante il giudice, che la cura, il percorso, gli esiti hanno funzionato, al punto che il medesimo cittadino può recuperare la libertà piena e incondizionata dal vincolo giudiziario. La domanda di salute e sicurezza sociale si sposta dunque sulle risorse economiche e culturali da investire, per contemperare il bilanciamento di due interessi costituzionalmente rilevanti.

Altra strada non è percorribile, se non quella di raccogliere l'indicazione della risoluzione del Senato, 27 settembre, nella quale si invitano le istituzioni competenti «a stipulare convenzioni con le Regioni sede di Opg, al fine di individuare strutture idonee ove realizzare una gestione interamente sanitaria dei ricoverati, secondo le esperienze rappresentate da Castiglione delle Stiviere e dalle strutture e dalle comunità assistenziali esterne agli Opg». Significa, per le Regioni sede di Opg, riconvertire un piccolo ospedale e/o un residuo manicomiale, e/o un istituto penale in dismissione, per organizzare strutture esclusivamente sanitarie, ove realizzare le Mds detentive, sul modello di Castiglione. Nulla di nuovo nel panorama europeo. Nulla di nuovo, se non dare rapidamente avvio alla cosiddetta fase M dell'allegato C del Dpcm 1 aprile 2008, anche con l'implementazione di comunità specifiche per le Mds esterne, territoriali, almeno nelle Regioni con un carico di internati superiori alle 50 unità, vale a dire Piemonte, Veneto, Lazio e Puglia.


  Residenti 18-100 anni (2009 istat) Internati Opg 26 luglio 2011 Quoziente internati su 100.000 residenti 2011
  Bacino Castiglione
Lombardia 8.122.423 245 3,0
Piemonte 3.758.685 69 1,8
Valle d'Aosta 106.462 4 3,8
Totale bacino 11.987.570 318 2,7
   

Bacino Reggio Emilia

Emilia R. 3.669.816 68 1,9
Friuli V.G. 1.048.914 9 0,9
Trentino A.A. 823.439 10 1,2
Veneto 4.063.041 64 1,6
Totale bacino 9.605.210 151 1,6
   

Bacino Montelupo

Liguria 1.393.874 43 3,1
Sardegna 1.415.070 31 2,2
Toscana 3.153.495 55 1,7
Umbria 757.177 8 1,1
Totale bacino 6.719.616 137 2,0
   

Bacino Aversa-Napoli

Abruzzo 1.120.418 28 2,5
Campania 4.614.689 185 4,0
Lazio 4.679.760 108 2,3
Molise 269.862 6 2,2
Totale bacino 10.684.729 327 3,1
   

Bacino Barcellona

Basilicata 489.690 2 0,4
Calabria 1.646.024 40 2,4
Puglia 3.320.889 51 1,5
Sicilia 4.073.017 159 3,9
Totale bacino 9.529.620 252 2,6

 

Fonte: elaborazione Gianfranco Rivellini su relazione sui dati forniti da Regioni e Province autonome, ministero della Salute e ministero della Giustizia, relativamente alle rispettive azioni, in attuazione dell’accordo in Conferenza unificata, del 26 novembre 2009

 

Anche se non in modo chiaro, il lavoro licenziato a ottobre dalla Conferenza unificata sembra orientato in questa direzione, nella sezione "Coordinamento dei bacini macroregionali di afferenza degli Opg". Tale lavoro di regia e coordinamento è decisivo, come si evidenzia nella tabella relativa alla distribuzione di internati per bacino. II raffronto di densità demografica di bacino, numero di internati di bacino e quoziente standardizzato a centomila residenti maggiorenni, evidenzia notevoli disomogeneità, che non hanno finora trovato soluzioni a distanza di quasi 4 anni dalla riforma del 2008. II bacino lombardo-piemontese (circa 12 milioni di abitanti) esprime al luglio 2011 un quoziente, misura di prevalenza, pari a 2,7, mentre il bacino afferente alla Toscana, con il 40% della densità demografica, esprime un quoziente pari a 2. In sostanza non vi è correlazione tra densità demografica e quoziente di internamento relativo ai 5 bacini, fondamentalmente perché le Regioni sono andate a velocità diverse nel predispone piani di recupero dei loro cittadini residenti, con ciò anche contribuendo al sovraffollamento dell'Opg lombardo e di quello siciliano. Questi i numeri, queste le riflessioni sui numeri. Un auspicio e un richiamo ai decisori, nazionali e regionali. Meno "think tank" e più scientificità.

 

* Psichiatra, Criminologo clinico Centro Studi e ricerche - Sindacato medici italiani

La conclusione del lavoro della Commissione del Senato per il superamento dell’OPG

di Giovanna Del Giudice

 

Con le dimissioni del presidente del Consiglio del 12 novembre, l’Accordo della Conferenza Unificata del Consiglio dei Ministri del 13 ottobre “Integrazione agli indirizzi di carattere prioritario sugli interventi negli Ospedali psichiatrici giudiziari e nelle Case di Cura e custodia di cui all’Allegato C al DPCM 1 aprile 2008” rappresenta l’ultimo atto del lavoro della Commissione del Senato sull’efficienza ed efficacia del Servizio sanitario nazionale, presieduta dal senatore Marino, sugli Ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).

In sintesi l’Accordo individua interventi integrativi come supporto alla dimissione dagli Opg degli internati che hanno concluso la misura di sicurezza, di quelli in osservazione o trasferiti dagli istituti penitenziari per una definitiva, se pur tardiva, conclusione della fase “uno” dell’allegato C. A tal fine entro il 30 giugno 2012 in ogni Regione o Provincia autonoma, in almeno uno degli istituti penitenziari deve essere istituita, attraverso i Dipartimenti di salute mentale, una sezione specifica per la tutela della salute mentale delle persone detenute onde contrastare e rendere non necessario l’invio di detenuti che manifestano problemi psichici in Opg, nonché per permettere nella garanzia della cura il ritorno dall’Opg di quelli già inviati dal carcere. Si impegnano inoltre i Dipartimenti di salute mentale a promuovere azioni integrate con i servizi sanitari e sociali territoriali per la presa in carico sanitaria e l’inserimento delle persone dimesse nei territori di appartenenza. Viene definito infine, per le persone per le quali l’internamento ha fatto perdere la residenza, la competenza del Dipartimento di salute mentale del territorio presso il quale avevano “l’ultima residenza o l’abituale dimora” prima del ricovero, così come già avvenuto durante la “dismissione” degli ospedali psichiatrici civili, contro gli abbandoni e le omissioni di responsabilità nella presa in carico da parte dei servizi.
Con tale atto si conclude un lavoro di grande significato e valore che la Commissione, all’interno della verifica sullo stato dei servizi della salute mentale nel paese, ha dedicato all’Opg, alle condizioni di vita e di assistenza in cui versano circa 1500 persone oggi internate nei sei ospedali psichiatrici giudiziari italiani.
Riteniamo utile ribadire che la “fine” dell’Opg e della legislazione “speciale” che lo fonda e sostiene può sola essa andare a raffigurare la concreta conclusione del lungo processo di riforma sull’assistenza alle persone con sofferenza mentale, di un definitivo mutamento dello “sguardo” sull’altro-con-sofferenza-mentale, della fine del pregiudizio che tiene insieme malattia mentale e pericolosità sociale, della qualificazione complessiva dell’assistenza psichiatrica pubblica e del sistema penitenziario e dell’entrata piena, con responsabilità e diritti, nella cittadinanza delle persone con disturbo mentale.
La legge 180, la fine del manicomio pubblico, la costruzione di una rete di servizi di salute mentale territoriali, la presa in carico della persone con sofferenza mentale nella comunità, pur tra luci ed ombre, tra eccellenze da una parte e gravi carenze dall’altra in riferimento alla qualità e complessità della presa in carico della persona con sofferenza e del suo contesto, un mutato sguardo alla persona con malattia mentale, hanno permesso che si possa elaborare e rendere attuale la “fine” dell’Opg.
Dopo la diffusione del video girato durante le visite della Commissione del giugno-luglio 2010 nei sei Ospedali psichiatrici giudiziari nessuno, ed in particolare le istituzioni dello Stato, può più dire di non sapere, di non conoscere l’orrore delle condizioni di vita e di assistenza in cui versano gli internati negli Opg. Ma quello che maggiormente suscita orrore non sono le lenzuola lerce, il lezzo d’urina, il tanfo e la sporcizia, i letti arrugginiti, i letti di contenzione con un foro nel mezzo per la caduta degli escrementi, anche quello, ma il sapere psichiatrico e le concezioni della malattia mentale, le psichiatrie quindi, che sottendono e sostengono l’Opg, le pratiche omissive di operatori sanitari e del diritto, il permanere di uno “statuto speciale” per il malato di mente che nega a questo responsabilità rispetto ai suoi atti, l’evidenza che l’Opg è contenitore della miseria e dell’abbandono, degli “scarti” delle istituzioni penitenziarie, sanitarie e sociali, la violazione dei diritti umani che nell’istituto si perpetua.
Quindi quello su cui si deve continuare ad operare con tenacia e competenza non è tanto il miglioramento delle condizioni di internamento negli istituti, pure quello, ma tanto più bisogna agire:

  • sul miglioramento delle condizioni di detenzione e l’entrata diffusa ed adeguata del Dipartimento di salute mentale (Dsm) nel carcere
  • sulla qualificazione dell’assistenza di salute mentale comunitaria dei Dsm
  • su incentivi economici alle Aziende sanitarie e ai Dsm che si fanno carico degli internati in Opg di competenza territoriale e garantiscono misure alternative all’internamento, di contro a sanzioni per le Aziende e i Dsm inadempienti
  • sulla fine da parte della magistratura di sorveglianza della pratica di proroga della misura di sicurezza in relazione alla indisponibilità del Dsm di farsi carico delle persone che hanno terminato la misura di sicurezza
  • sulla modifica degli articoli del codice penale sull’imputabilità del malato di mente (artt. 88 e 89 c.p.) e sulle misure di sicurezze detentive.

Risulta assolutamente non accettabile invece che nella fase del superamento definitivo dell’Opg si consideri proprio il passaggio dell’istituto penitenziario ad istituto sanitario, sul modello dell’Opg di Castiglione. Premesso la legge 180/78 e le successive leggi dello Stato, in particolare la finanziaria del 1998, hanno disposto la fine del manicomio, il passaggio dell’Opg a ospedale psichiatrico civile interromperebbe il processo di superamento dell’Opg e di applicazione piena della riforma psichiatrica.
Riconosciamo infine che il lavoro della Commissione ha rimesso attenzione alla applicazione del DPCM del 2008, rimasto per la maggior parte non attuato nei tempi e modi previsti e ha fatto sì che alcune Regioni per la prima volta si siano fatte carico di conoscere i loro cittadini internati, quando non dimenticati, negli ospedali psichiatrici giudiziari, ed altre Regioni hanno cominciato attraverso i Dipartimenti di salute mentale a farsi carico delle dimissioni degli internati dagli Opg.
Ma riteniamo indispensabile ribadire che la presa in carico della persona con disturbo mentale e del suo contesto, significativamente personalizzata. si declina nel territorio, negli ambienti naturali di vita e non nella segregazione delle vecchie e nuove istituzioni totali; ci preoccupa quindi la proposta di una rete di strutture residenziali per dimessi dall’Opg con un diverso grado di assistenza proporzionato alla pericolosità sociale. Ribadiamo che le persone devono essere giudicate per i reati che compiono, non per la malattia di cui soffrono, anche se la malattia può determinare attenuanti o misure alternative al carcere e rinnoviamo l’impegno contro ogni forma di violazione dei diritti umani.

"La riforma della sanità penitenziaria: il caso degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari- Esigenze etiche e giuridiche dell'Oltre"

Pubblichiamo la Tesi di laurea di Michele Miravalle in Sociologia del diritto.

Il 2 novembre il dott. Michele Miravalle ha scritto alla redazione di StopOPG.it:

'Lo scorso 24 ottobre ho concluso il mio appassionante percorso di studi universiatri discutendo una tesi di sociologia del diritto sul superamento degli OPG dal titolo "La riforma della sanità penitenziaria: il caso degli Ospedali Psichiatrici Giudiziari- Esigenze etiche e giuridiche dell'Oltre".
Sperando di fare cosa gradita, metto a disposizione il testo per la pubblicazione sul vostro sito e per le vostre ricerche.'

Michele Miravalle

Dopo la risoluzione del Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari, continua la mobilitazione del Comitato STOP OPG

La risoluzione approvata dal Senato sugli Ospedali Psichiatrici Giudiziari è una nuova tappa del faticoso percorso per abolire definitivamente gli OPG, ma il traguardo non è stato certo raggiunto.

in allegato il comunicato di StopOPG

Report della riunione del comitato StopOPG (8 settembre 2011)

Roma, 08-09-2011.
La riunione del Comitato Promotore di STOP OPG è stata partecipata e fruttuosa.
Sono intervenute oltre trenta persone in rappresentanza di 15 associazioni (A buon diritto, Antigone, Casa Solidarietà Barcellona, CGIL, Cittadinanzattiva, CNCA, CNVG, Coordinamento garanti territoriali dei detenuti, Forum Salute Mentale, Forum Salute e Carcere, FP CGIL, Fondazione Basaglia, Forum Droghe, Psichiatria Democratica, SOS Sanità).
Assenti giustificati, hanno comunicato la piena disponibilità a proseguire il lavoro comune: Unasam, Società della Ragione, Fondazione Zancan, Conferenza Salute Mentale nel mondo, Grusol.

Alleghiamo il report della riunione con le decisioni del Comitato.

 

 

Il carcere manicomio. Le carceri in Italia tra violenza, pietà, affari e camicie di forza.

di Salvatore Verde - Casa editrice SENSIBILI ALLE FOGLIE  
 
Questo libro denuncia la proliferazione di nuovi luoghi dell'internamento, indotta dal precipitare verso la forma carcere/manicomio di quel vasto panorama di istituzioni sociali nate con l'affermarsi dello stato sociale, e che avevano il compito di governare il disagio, la sofferenza, la devianza, la diversità. Poichè si tratta di una dinamica estesa, diffusa, tendenzialmente prevalente, che dalla prigione e verso la prigione costruisce nuovi saperi e poteri di gestione della crisi sociale contemporanea, bisogna moltiplicare le vigilanze democratiche, le azioni di tutela, le pratiche di aiuto, a tutta quella umanità che è vittima, parafrasando Franco Basaglia, dei "Crimini di pace".
 
Il testo può essere scaricato gratuitamente o acquistato online andando sul sito http://www.ilcarceremanicomio.it/ 

Convegno al Senato sugli OPG: l'intervento di Giovanna Del Giudice

Convegno organizzato dalla Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del SSN - Senato della Repubblica, giovedì 9 giugno 2011

Seminario: "Se questo è un ospedale. Le criticità degli OPG a tre anni dall’entrata in vigore del DPCM 1° aprile 2008: problematiche attuative della riforma della sanità penitenziaria; prospettive di modificazione legislativa della psichiatria giudiziaria".

La Commissione parlamentare d’inchiesta sul SSN

A livello istituzionale e governativo rispetto al superamento dell’OPG nuovo impulso è stato dato dal lavoro della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Servizio Sanitario Nazionale, presieduta dal sen. Ignazio Marino. Nel mese di giugno e luglio 2010 la stessa ha visitato tutti gli istituti, definendo la detenzione negli OPG un “ergastolo bianco ...

A proposito del DPCM 1 aprile 2008

La promulgazione del decreto del Presidente del consiglio dei Ministri del 1 aprile 2008, per il “trasferimento delle competenze sanitarie, dei rapporti di lavoro, delle risorse sanitarie e delle attrezzature e dei beni strumentali” dalla sanità penitenziaria al sevizio sanitario nazionale, già peraltro previsto dal decreto presidenziale n.

Proposta di un gruppo di lavoro interministeriale per la riorganizzazione degli Opg (11-2006)

Nel 2004 la Commissione interministeriale Giustizia-Salute istituita nel 2002, costituisce un “gruppo di lavoro per i problemi degli ospedali psichiatrici giudiziari” onde rispondere all’incarico di “proporre possibili modelli innovativi” nei confronti “di soggetti pericolosi affetti da patologie psichiatriche e ricoverati negli ospedali psichiatrici giudizia

Relazione sopralluoghi OPG della Commissione Parlamentare di Inchiesta

Una delegazione della Commissione parlamentare di inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del Servizio sanitario nazionale, composta dal Presidente Sen. Ignazio R. Marino, dalla Sen. Donatella Poretti, dal Sen.

Di cosa parliamo quando parliamo di OPG

Leggi, norme e pratiche a cura di Giovanna Del Giudice, Peppe Dell'Acqua e Michela Rondi

“La storia recente”. Il tentativo del Governo nel 2004 di costruire nuovi Opg

Nei primi anni del 2000 la paura diviene ideologia diffusa e il tema della sicurezza assume centralità e viene letto, sempre più in maniera trasversale, come problema di ordine pubblico piuttosto che questione da affrontare attraverso l’aumento delle garanzie sociali e dei diritti per tutti.

Dopo il DPCM

il punto di Roberto Bocchieri

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