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OPG superamentoConvegno "la soluzione, oltre le mura"31 maggio 2011
OPG Barcellona: oggi il convegno Cgil alla presenza dell`assessore regionale alla sanità
Come affrontare la svolta. Opg "Madia" Tempo scaduto ma la Regione non risponde Gazzetta del Sud - 31 maggio 2011 All`Opgi di Barcellona si aggiunge la diversa utilizzazione che deve essere fatta della della struttura, alla quale è legata la serenità dei tanti addetti, dalla polizia penitenziaria al personale medico. L`iniziativa che prevede un convegno, seguito da una tavola rotonda alla quale parteciperà l`assessore alla Sanità Massimo Russo, è promossa da Cgil Sicilia, Funzione pubblica e Camera del lavoro di Messina. La giornata di lavoro è stata preceduta da un incontro svoltosi al ministero della Salute nel corso del quale è stato fatto il punto sul percorso e sull`applicazione delle norme per il superamento degli Opg, punti sui quali entro giugno ogni regione dovrà presentare una relazione sullo stato di attuazione. «In Sicilia - dice Elvira Morana, della segreteria regionale Cgil - siamo in presenza di una struttura sovraffollata con continuo aumento di presenze provenienti anche da altre regioni, funzionale solo a riprodurre disagio e sofferenza. «Con i vertici regionali ci con- Rosania auspica la riconversione dell`Opg con garanzie per il personale fronteremo sui tempi e le modalità del transito dell`assistenza sanitaria alla Sanità regionale - ha dichiarato alla "Gazzetta" il direttore del Madia Nunziante Rosania - Si tratta del primo fondamentale passo per avviare un percorso di superamento dell`Opg, ormai invivibile, e al contempo rasserenare il personale, che vive una situazione di grande incertezza e difficoltà. Al contempo si dovrà ragionare sulla riconversione della struttura sempre in ambito penitenziario. Incontro Comitato STOPOPG al Ministero della SaluteInterrogazione per sollecitare la chiusura degli OPG, del Senatore Passoni, Ghedini Rita, Adamo e Carloni, al Ministro della Salute Fazio. Corriere della Sera 11 05 2011
Stop agli ospedali psichiatrici giudiziari, sono uno scandalo25 associazioni hanno promosso una campagna per la loro chiusura, a 33 anni dalla legge Basaglia«Gli ospedali psichiatrici giudiziari vanno chiusi e subito». Lo chiedono 25 associazioni – cui man mano se ne stanno aggiungendo altre – che hanno promosso la Campagna «Stop Opg» (per non far cadere nell’oblio le condizioni disumane di chi ancora vi è recluso, denunciate anche dalla Commissione parlamentare di inchiesta sull’efficacia e l’efficienza del Servizio sanitario nazionale. L’estate scorsa, infatti, alcuni suoi membri e il presidente Ignazio Marino avevano effettuato un sopralluogo a sorpresa negli Opg e girato immagini shock, diffuse circa un mese fa. CONDIZIONI DISUMANE - I parlamentari avevano trovato un vero e proprio inferno: celle di contenzione, ambienti fatiscenti e spazi angusti per i detenuti, sporcizia dappertutto. E poi: un uomo legato a un letto con un foro in corrispondenza del bacino per i bisogni; un altro, di proroga in proroga, “dentro” da 25 anni; un’altra persona immobile a letto da cinque giorni, senza neppure un campanello per richiamare l'attenzione degli operatori. In queste strutture sembra che non sia mai arrivata la legge “Basaglia”, a 33 anni dalla sua entrata in vigore, il 13 maggio 1978. «Sono persone malate e hanno diritto a essere curate», chiosa Marino. Oggi sono circa 1.400 le persone recluse negli Opg, un centinaio in più rispetto al 2007. Eppure nel 2008 era stato emanato un Decreto della presidenza del consiglio dei ministri che prevedeva il trasferimento della sanità penitenziaria dal ministero della Giustizia a quello della Salute, quindi percorsi alternativi per la presa in carico dei pazienti. INTERNATI - A fine 2009 è stato fatto un elenco numerico di 300 pazienti “dimissibili”, perché hanno finito di scontare la pena e non sono più socialmente pericolosi. Ma sono ancora dentro. «Più di 350 internati potrebbero uscire subito: dovrebbero essere accolti in strutture adatte grazie a progetti individualizzati di cura e reinserimento», sottolinea Stefano Cecconi, uno dei promotori della campagna - . Uno di loro nei giorni scorsi si è suicidato nell’Opg di Aversa, dopo otto anni di reclusione. «Dobbiamo restituire loro la cittadinanza, un nome, una casa – continua Cecconi - . Regioni e Asl devono prevedere programmi per il loro reinserimento e strutture esterne di accoglienza. Intendiamo monitorare quelle inadempienti». NESSUN ALIBI - «Non si può più dire che non ci sono i fondi per farli uscire – incalza Marino - . Il ministro della Salute Ferruccio Fazio ha comunicato che è partita l’erogazione delle risorse promesse per agevolare l’assistenza sul territorio dei pazienti che possono essere dimessi. Dei 5 milioni stanziati, però, solo 3 milioni e 400mila sono stati effettivamente erogati alle Regioni». I motivi? Spiega il presidente della commissione d’inchiesta: «Solo alcune ne hanno fatto richiesta presentando dei progetti di assistenza. Il Lazio non l’ha fatto, pur avendo 41 cittadini che hanno il diritto di lasciare gli Opg. E non hanno richiesto i fondi nemmeno la Liguria che ha 11 cittadini da accogliere, l’Abruzzo che ne aspetta 6, la Campania dove dovrebbero tornare 75 internati, la Calabria e la Sicilia che devono riaccogliere rispettivamente 11 e 31 persone, il Friuli Venezia Giulia che ne aspetta 7. Questa evidente mancanza di cooperazione va fermata al più presto», conclude Marino. VISSUTO DI SOFFERENZA - A dare voce al tormento interiore di chi soffre di una malattia mentale è un recente libro-testimonianza di Giovanna Altobel, «Il rumore dell'anima» (edito da Albatros). Una storia di denuncia, dopo la legge 180 e la difficile trasformazione dei reparti psichiatrici, ma anche di speranza. «Ho deciso di scrivere questo libro per rielaborare un mio momento di sofferenza vissuto con una persona spenta nel nulla della malattia mentale – racconta Altobel - . Mi sono ispirata a un uomo che frequentava un centro di salute mentale vicino casa mia e mi chiedeva sempre 100 lire: come se fosse rimasto indietro nel tempo, a quando non era malato». GUARIRE DAI PREGIUDIZI - «Anche se sei guarito continui a essere discriminato e gli altri ti guardano con diffidenza – sottolinea l’autrice del libro - . Nei centri di salute mentale non esiste più la contenzione fisica della camicia di forza o dell’elettroshock, ma spesso sono i farmaci a “legarti”. Le leggi non bastano – conclude Altobelli - . La differenza la fanno le persone e gli operatori». Maria Giovanna Faiella
SIT IN ad AVERSA: dopo il sit-in davanti all'Opg il comitato incontra la direzione. L'unica soluzione è la chiusura delle struttureComunicato stampa del Comitato “Stop Opg” La manifestazione promossa oggi dal comitato StopOpg davanti all'ospedale giudiziario di Aversa ha ribadito l'urgenza di accelerare la chiusura di queste strutture, che, per loro natura, sono luoghi di sofferenza e persino morte. Durante la mattinata una delegazione del comitato promotore ha incontrato la direzione dell'Opg. L'incontro ha evidenziato come, nonostante gli sforzi che pure si sono compiuti grazie al lavoro di tanti operatori, per offrire assistenza e inserimento sociale alternativi all'opg e per migliorarne le condizioni di vita interne, la vera soluzione sia la loro chiusura definitiva. Perché, come i manicomi, sono una risposta sbagliata e incivile ad un bisogno di cure. In particolare l'incontro ha evidenziato i ritardi con cui le regioni da cui provengono i cittadini internati (ad Aversa circa 1/3 sono campani, i restanti 2/3 residenti in altre regioni) stanno organizzando la presa in carico. E ciò chiama in causa direttamente i Dipartimenti di Salute Mentale e il bisogno di un loro potenziamento. Altrettanto importante è fermare l'ingresso o il rientro in Opg che viene disposto dalla magistratura. Ciò è possibile attivando misure alternative di assistenza, così come indicano chiaramente le sentenze della Corte Costituzionale. Il comitato StopOpg ribadisce, quindi, la richiesta di un piano straordinario di interventi da parte di Governo e Regioni, compresa la nomina di commissari ad acta per la chiusura degli Opg, rafforzando e diffondendo le buone pratiche di assistenza alternativa all'internamento. Roma, 17 Maggio 2011
per informazioni: info@stopopg.it Verso la deistituzionalizzazione e l'inclusione socio-lavorativaRoma, Nuovo Cinema Aquiila |
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